Il clima di paura che aleggia ancora in Francia raccontato dal giornalista Piero Pisarra

pisarraGli attentati a Parigi sono ormai lontani, ma la paura in città rimane ancora. Come vivono i Francesi questo periodo? Lo chiedo al giornalista Piero Pisarra, inviato Rai a Parigi.

Come vivono i Francesi questo periodo in cui la loro sicurezza è in pericolo?

Con sgomento, soprattutto per quelli che vivono a Parigi o nelle grandi città. C’è un’atmosfera – inutile negarlo – più cupa, rispetto agli altri anni. E in metropolitana o nei luoghi più affollati c’è sempre un po’ di apprensione. Non direi di paura.

Qual è, in questo momento, il sentimento dei Francesi che, come la storia ci insegna, hanno sempre fronteggiato con forza e coraggio ogni forma di repressione ed ingiustizia ?

I Francesi, in genere, hanno reagito con grande compostezza. E in molte occasioni hanno manifestato la loro unità attorno ai valori repubblicani di libertà, fraternità e uguaglianza. Poi c’è sempre chi in queste situazioni pesca nel torbido o, come l’estrema destra di Marine Le Pen, sfrutta la paura per bassi calcoli elettoralistici.

Lei è stato per tanti anni docente presso un’università cattolica. Condivide il pensiero di condanna di Papa Francesco verso chi ha minato la pace di una nazione e di un intero continente?

Il Papa interpreta in maniera profetica i sentimenti di tutti gli uomini di buona volontà e di coloro che vogliono la pace. E dice in maniera chiarissima che uccidere in nome di Dio è un doppio abominio.  Abbiamo tutti più che mai bisogno del suo magistero.

Crede che i media stiano informando la popolazione in maniera corretta o che a volte stiano peccando di sensazionalismo?

Con pochissime eccezioni (penso alle televisioni all news francesi), l’informazione non ha peccato di sensazionalismo. Il vero pericolo è però l’ideologia del «tempo reale», la pretesa di informare minuto per minuto sugli avvenimenti in corso, senza il necessario distacco. E con il rischio di prendere numerose cantonate. Il tempo, la distanza sono più che mai necessari contro i pericoli di un’informazione «a caldo» che punta tutto sull’emotività.

Reputa che tagliare le radici di questo male, bombardando la Siria e chiudendo le frontiere, sia sufficiente per estirparlo dal mondo civile?

I bombardamenti e le guerre non hanno mai risolto alcun problema. E la chiusura delle frontiere è un falso rimedio. Solo il dialogo e l’azione diplomatica tra i Paesi coinvolti – come ripete il Papa – sono efficaci. Intanto, bisognerà privare i terroristi di ogni risorsa economica ed evitare di fare affari e di vendere armi a quegli Stati che sottobanco finanziano i terroristi.

Ringrazio ancora Piero Pisarra per la disponibilità mostrata nel concedermi quest’intervista attraverso uno scambio di mail.