Suon the roadlla strada di Jack Kerouac (1957, titolo originale On the road) è un libro da leggere in fretta, con la frenesia con cui è stato scritto – in tre settimane, su un rotolo di carta per telescrivente, sotto il probabile effetto di sostanze stupefacenti – per godere appieno dell’effetto impetuoso che travolge il lettore, paragonabile ad una ventata d’aria che entra dal finestrino di una macchina lanciata in corsa, a tratti fresca e piacevole, a tratti violenta e opprimente, che permea ogni pagina.

Lo stile – definito dallo stesso scrittore prosa spontanea – scorrevole e ritmato immerge nel flusso di pensieri continuo e a tratti sconclusionato che affolla la mente del giovane scrittore protagonista del romanzo, alter ego dell’autore stesso. Il romanzo, infatti, è il resoconto autobiografico di una serie di viaggi improvvisati per le strade d’America, tappa per tappa, in uno scandire quasi monotono di destinazioni e soste inframmezzate da incontri ed esperienze lungo la strada. Protagonisti del viaggio sono Sal (Jack Kerouac), narratore in prima persona delle sue avventure, e Dean (Neal Cassady), il suo migliore amico, che spesso trascina l’aspirante scrittore nel suo vortice di allegra e allo stesso tempo cupa follia, strappandolo alla quotidianità.

È un libro che tratta dell’amicizia tra due uomini, dagli albori al suo declino, un’amicizia intensa e travolgente, testarda e ribelle. Ma è anche il manifesto adottato da un’intera generazione, la beat generation degli anni ‘50, il cui nome, coniato dallo stesso scrittore, gioca sull’affinità tra le parole beat e beatitude.

Una volta saliti sulla strada, assaporando il senso di libertà che viaggia a più di 100 km/h, è difficile starne alla larga e accontentarsi di restare incastrati nello schema di un presente monotono e borghese. I sistemi morali e sociali diventano troppo stretti per una generazione irrequieta che utilizza droga e alcol come scappatoie dalla realtà, in una silenziosa protesta contro una società da cui i giovani si sentono incompresi.

Il libro descrive in pieno la ribellione contro la mediocrità di una vita priva di brivido e di passioni improvvise, contro il clima smorto e sbiadito della società sulla scia di esperienze estreme che, in positivo o in negativo, lasciano sempre un segno.

I personaggi di Kerouac ricalcano persone realmente esistite nella vita dell’autore, a  volte appena accennati o approfonditi in base alla conoscenza più o meno parziale che Sal matura di ciascuno di essi. Dean Moriarty è, senza dubbio, quello meglio caratterizzato. Figlio di un vagabondo, appena uscito dal riformatorio e abituato alla vita sulla strada, logorroico e affamato di sensazioni, incapace di fermarsi e lasciarsi assorbire dallo schema della società organizzata, è l’anima del racconto. Un personaggio complesso, imperfetto e vero, l’essenza dell’America stessa in quegli anni, alla ricerca di quella “COSA” che è il senso della vita.