ZodiacoIl nuovo anno è ormai alle porte e questo significa che è tempo di oroscopi. Infatti, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, appaiono numerose riviste e rubriche televisive dedicate all’astrologia, in cui vengono proposte previsioni sul nuovo anno per ognuno dei dodici segni dello zodiaco, su fortuna, lavoro, amore, soldi. Spesso però, attirati unicamente dal desiderio di venire a conoscenza delle previsioni, più o meno esatte, elaborate dagli astrologi, si dimentica il patrimonio storico e mitologico custodito dalle costellazioni dello zodiaco, che spesso nascondono storie particolarmente affascinanti e suggestive.

Ecco i miti connessi ai segni zodiacali:

Capricorno

La costellazione del Capricorno è una delle più antiche dello zodiaco: essa, infatti, era già conosciuta ai tempi dei Sumeri e dei Babilonesi. Essa rappresenta un capricorno, una creatura fantastica, con la testa e le zampe anteriori di capra, e la coda di pesce. I Greci la identificavano con Pan, il dio delle campagne e dei pascoli dall’aspetto caprino, la cui vicenda è legata allo scontro degli dei con i Titani. Dopo che gli dei dell’Olimpo ebbero vinto i Giganti, Gea, la dea della terra, si accoppiò con Tartaro, dio delle profondità più recondite dell’Oltretomba, e dalla loro unione nacque il terribile mostro Tifeo, che si diceva avesse cento teste di drago, sputasse fuoco dagli occhi ed emettesse moltissimi versi. Fu mandato da Gea contro gli dei e, per sfuggirgli, Pan suggerì ad essi di trasformarsi in animali; egli stesso si gettò nelle acque di un fiume, mutando in una coda di pesce la parte inferiore del suo corpo. Zeus affrontò il mostro, che però riuscì a strappargli i nervi delle mani e delle gambe, lasciandolo inerte. Pan ed Ermes glieli restituirono; così Zeus riuscì a sconfiggere Tifeo, che fu intrappolato nelle profondità dell’Etna, che continua ad eruttare a causa della sua presenza. Per ringraziare Pan, Zeus pose la sua immagine nel cielo, creando la costellazione del Capricorno.

Acquario

La costellazione dell’Acquario rappresenta un fanciullo che versa dell’acqua da un’anfora, anche se Ovidio afferma che si tratta di una miscela di acqua e nettare, la bevanda degli dei. Si dice che in origine essa rappresentasse la divinità egizia del Nilo. Nella mitologia greca, invece, essa raffigura Ganimede, figlio del re Troo, da cui prese il nome la città di Troia, che era ritenuto il più bel ragazzo esistente sulla Terra. Un giorno Zeus lo catturò sotto forma di aquila, mentre il giovane era intento a far pascolare le greggi del padre. Da quel momento Ganimede divenne il mescitore degli dei. Essi ne furono contenti, tranne Era che vedeva nel bellissimo fanciullo un rivale. Così Zeus in seguito pose Ganimede nel cielo, nella costellazione dell’Acquario.

Pesci

Anche la costellazione dei Pesci risale alle civiltà mesopotamiche, in quanto le vicende che la riguardano sono ambientate presso l’Eufrate. Questa storia si ricollega a quella del Capricorno. Afrodite ed il figlioletto Eros, per sfuggire a Tifeo, si nascosero tra le canne che si trovavano sulle sponde del fiume. La dea, però, spaventata, invocò la protezione delle ninfe, prima di buttarsi con Eros nel fiume Eufrate. Dalle acque emersero due pesci che li fecero salire sul loro dorso e li salvarono. Afrodite, in segno di gratitudine, pose i pesci nel firmamento.

Ariete

La costellazione dell’Ariete fa riferimento al mito degli Argonauti, in quanto il vello d’oro ricercato dall’eroe Giasone apparteneva a un magico ariete inviato dagli dei. Il re Atamante e sua moglie, la ninfa Nefele, non erano una coppia felice; così Atamante si unì a Ino, figlia del re di Tebe. Quest’ultima era invidiosa dei suoi due figliastri, Frisso ed Elle, perciò organizzò una cospirazione per farli uccidere. Diede alle fiamme i raccolti della città, in modo che si verificasse una tremenda carestia. Poi, quando Atamante chiese consiglio all’oracolo di Delo su come risolvere la crisi, Ino corruppe i sacerdoti, che dissero al re che avrebbe dovuto sacrificare suo figlio Frisso per far cessare la carestia. Atamante, a malincuore, si recò con il figlio sulla cima del monte Lafisto per compiere il sacrificio. Ma prima che ciò accadesse, la madre di Frisso, Nefele, inviò dal cielo un ariete dal vello d’oro per salvare suo figlio. Questi cavalcò l’animale volante e fuggì, portando con sé la sorella Elle, che però precipitò durante il viaggio. Una volta arrivato nella Colchide, una regione a sud del Caucaso, Frisso sacrificò l’ariete a Zeus, per ringraziarlo. In seguito offrì il vello d’oro a Eeta, il re della Colchide, che in cambio gli concesse la mano di sua figlia. Dopo morto, il fantasma di Frisso tornò in Grecia per tormentare il cugino Pelia, che aveva usurpato il trono di Giasone, l’unico vero successore. Pelia promise che gli avrebbe ceduto il trono se gli avesse riportato il vello d’oro. Giasone perciò si mise a capo della spedizione degli Argonauti e partì alla volta della Colchide. Inizialmente egli chiese cortesemente al re Eeta di consegnargli il vello d’oro, ma il sovrano rifiutò. Ma grazie all’aiuto di Medea, figlia di Eeta, che si era innamorata di lui, Giasone riuscì a rapire il vello d’oro, che era custodito da un’enorme serpente all’interno di un bosco magico. Medea, infatti, riuscì ad ammaliare il mostruoso custode con il suo canto melodioso, mentre l’eroe portava via furtivamente il prezioso manto. In seguito i due fecero ritorno in Grecia, dove il vello d’oro fu messo al sicuro all’interno del tempio di Zeus.

Toro

La costellazione del Toro fa riferimento al mito di Europa. Zeus era attratto dalla principessa fenicia e per conquistarla assunse le sembianze di un toro. Europa, ignara del tranello tesole dal padre degli dei, cavalcò il docile animale. In quel momento Zeus iniziò a correre fino a che non arrivò su un’isola, dove corteggiò la bella fanciulla.

Gemelli

La costellazione dei Gemelli raffigura i Dioscuri, Castore e Polluce, figli di Zeus e della regina di Sparta, Leda. I due crebbero molto legati l’uno all’altro. Castore era un buon cavaliere e guerriero, mentre Polluce era un  campione di pugilato. Essi parteciparono alla spedizione degli Argonauti. Durante una tempesta gli inseparabili gemelli salvarono l’equipaggio dal naufragio. Per questo nell’antichità erano considerati i protettori dei marinai. Castore e Polluce si scontrarono con un’altra coppia di gemelli, Idas e Linceo, le cui fidanzate erano state da loro rapite. Durante lo scontro Castore fu ucciso. Polluce fu profondamente addolorato per la morte del fratello e pregò Zeus di concedere loro l’immortalità. Così il padre degli dei li trasformò nella costellazione dei Gemelli.

Cancro

La costellazione del Cancro rappresenta uno dei personaggi minori delle fatiche di Eracle. Mentre l’eroe lottava contro Idra, il mostro dalle molteplici teste, un granchio emerse dal fango e morse il piede di Eracle, che reagì calpestandolo furiosamente. La dea Era, nemica di Eracle, decise di premiare il gesto eroico di quel granchio, e gli riservò un posto fra le stelle dello zodiaco.

Leone

La costellazione del Leone rappresenta il leone nemeo, sconfitto da Eracle nella prima delle sue fatiche. L’animale, di origini sconosciute, terrorizzava gli abitanti del villaggio, in quanto divorava le greggi e sbranava gli uomini. Inoltre la sua pelle era impenetrabile: infatti quando Eracle tentò di abbatterlo, sulla sua pelle le frecce rimbalzarono, la spada di piegò e la clava si spezzò. Alla fine l’eroe riuscì a ucciderlo strangolandolo. Alla sua morte il leone nemeo fu posto da Zeus fra i segni dello zodiaco.

Vergine

 La costellazione della Vergine raffigura Astrea, la dea vergine figlia di Zeus e Temi. Per i Greci era la dea della giustizia: per questo al suo fianco si trova la costellazione della Bilancia, considerata lo strumento della giustizia. Secondo il mito, ella amministrava saggiamente il mondo. Ma un giorno, indignata dalle continue atrocità e ingiustizie commesse dagli uomini, decise di ritirarsi in cielo, trasformandosi nella costellazione della Vergine.

Bilancia

La costellazione della Bilancia era già conosciuta dai Sumeri nel 2000 a.C. L’identificazione di questa costellazione è dovuta a due motivi. Il primo è il fatto che essa si trova a fianco della costellazione della Vergine, che raffigura la dea della giustizia Astrea. Il secondo è il fatto che essa cade all’equinozio di autunno, quando le ore di giorno equivalgono a quelle della notte, quindi sono in equilibrio come i piatti di una bilancia. Questa costellazione era la preferita dai Romani, in quanto si credeva che Roma fosse stata fondata sotto il segno della Bilancia.

Scorpione

Anche la costellazione dello Scorpione era già conosciuta dai Sumeri. Secondo la mitologia essa simboleggia lo scorpione che punse a morte Orione. Questi aveva tentato di sedurre la casta Artemide, dea della caccia, che per punirlo inviò il suo scorpione a colpirlo. Quest’identificazione è dovuta probabilmente al fatto che la costellazione dello Scorpione si trova di fronte a quella di Orione.

Sagittario

Anche la costellazione del Sagittario era già conosciuta dai Sumeri. Essa raffigura un arciere con la parte inferiore del corpo di cavallo, e la parte superiore di uomo, che indossa un mantello e tende l’arco verso la costellazione dello Scorpione. Nonostante l’apparenza, non si tratta di un centauro, ma di Crotus, una creatura a due gambe con la coda di satiro, figlio di Pan e di Eufeme, la nutrice delle Muse. Secondo il mito, fu lui l’inventore dell’arte del tiro con l’arco. Era un amante della caccia, che spesso praticava a cavallo. Egli abitava sul monte Elicona, tra le Muse, che spesso si esibivano per lui e apprezzavano così tanto la sua compagnia, che chiesero a Zeus di premiarlo, mettendolo in cielo, dove continua a dare prova della sua abilità di arciere.