Torre Annunziata, mercoledì 30 maggio 2018, ore 11:00, aula magna del nostro istituto Pitagora-Croce. L’artista e musicista partenopeo Enzo Avitabile ha inondato le mura della nostra scuola con la sua coinvolgente ed appassionante musica.

“La parola, il suono, la danza”, questi sono i tre elementi fondamentali sui quali l’artista aveva deciso di basare il suo discorso: “L’uno incatenato nell’ altro, non possono esistere se non insieme” ha detto il cantautore nel dare inizio al suo intervento. Con i suoi semplici modi di fare, il suo sapere tramandato nel modo giusto, in poco tempo è riuscito a catturare tutta l’attenzione di coloro che si trovavano in quell’ aula. Ha deciso di approcciarsi a noi ragazzi in un modo che molti definirebbero “strano”: ci ha parlato in lingua napoletana. La definisco lingua perché come più volte ha sottolineato anche Enzo Avitabile, il napoletano è divenuto ormai anche per l’Unesco, una vera e propria lingua. Parlando così si è guadagnato la nostra fiducia, in quanto ci siamo sentiti subito a casa, in compagnia di uno degli amici più fidati. Ci siamo sentiti chiamare “fratellini” da un uomo che fino a quel momento era stato un mistero, che fino ad allora avevamo potuto conoscere solo attraverso la sua musica ed i suoi testi.

Dopo averci raccontato della sua adolescenza travagliata, in cui tutto aveva un solo fine, cioè fare il musicista, degli inizi in cui tutto era una novità, tutto lo intimoriva, Enzo ha deciso di narrarci un episodio che in particolar modo ha segnato la sua carriera. Un giorno venne mandato a casa di un affermato artista per consegnare una lettera, e trovatosi dinanzi quest’uomo decise di chiedergli dei consigli riguardo il suo percorso artistico. Egli rispose dicendo che la cosa più importante che aveva imparato in anni di esperienza era stata proprio che se sei bravo con le parole, sei un poeta, se sei bravo con la musica, sei un musicista e solo se sei bravo in entrambe le cose sei un artista. Da allora Enzo Avitabile conserva queste parole con cura. C’è da sottolineare che Enzo non sia solo un musicista, un cantante, bensì egli dona completamente se stesso alla musica e ad ogni ramo che riguarda questa. Tempo fa si dedicò alla costruzione di alcuni strumenti musicali, dediti a sottolineare le origini della nostra musica e i suoni prodotti nei secoli precedenti. Ci ha mostrato uno strumento a corde, dalle dimensioni di un ukulele, costruito totalmente in legno. Tale strumento è di origini romane, costituito da sei corde, ognuna contenente una singola nota musicale, il cui suono richiama la musicalità africana. Ci ha dimostrato che conoscere il passato è utile per poter meglio comprendere il presente e l’evoluzione musicale. Inoltre sulla base di una melodia africana prodotta con tale strumento, ci ha mostrato come sia possibile adattare note di una qualsiasi cultura, epoca, a testi che richiamano argomenti della cultura attuale, modernizzarlo in modo da poter accrescere la curiosità dei giovani. Un altro strumento prodotto da lui è chiamato saxella, un ibrido tra un sassofono e una ciaramella, ideato dall’artista per poter produrre perfettamente i suoni tipici della cultura musicale napoletana.

Ha conquistato i cuori di tutti attraverso le sue canzoni, la sua arte, i suoi testi che trattando tematiche profonde, arrivano ad ogni mente. Noi ragazzi, mossi dalla curiosità, gli abbiamo posto numerose domande, alcune delle quali sono state: “Quale collaborazione ha segnato di più la sua carriera?” “In che modo le sue origini napoletane hanno influito sulla sua musica?”

Semplicemente Enzo Avitabile ci ha risposto dicendo che ogni collaborazione svolta con ognuno dei suoi idoli, aveva profondamente segnato la sua carriera, insegnandogli qualcosa. Le collaborazioni con i grandi della musica nera quali James Brown, Tina Turner, Maceo Parker, Marcus Miller, Richie Havens, Randy Crawford, Afrika Bambaataa, hanno del tutto realizzato i suoi più grandi sogni. La sua terra è parte integrante della sua musica, è colei che in ogni brano si presenta come la protagonista, è colei che spinge ogni giorno l’artista a battersi affinché il popolo napoletano possa essere rivalutato e rispettato per le sue grandi potenzialità.

Enzo Avitabile ha deciso di terminare il nostro incontro in una maniera particolare e differente, proprio come i suoi modi di fare e la sua musica. Ha chiesto inaspettatamente a tutti i ragazzi presenti che con loro avessero degli strumenti musicali, di prenderli, accordarli e di accompagnare insieme il suono della sua saxella. È parso quasi inverosimile quello che in pochi minuti era stato in grado di organizzare: una vera e propria piccola orchestra. Certamente questo incontro resterà impresso nelle menti di ognuno, lasciandoci grandi insegnamenti.

Grazie Enzo.

Marialuisa Iovene IA classico