Le poesie che pubblichiamo dell’alunna Gaia Fabbrocino di 5A classico hanno ricevuto il Premio Rispo 2018 per la sezione poesia. Complimenti a Gaia!

CONSAPEVOLEZZA DI TE

Insidioso Crono,
inganni gli uomini
di passar lentamente
e invece senza sosta
corri, corri, corri.
In un istante
l’infanzia è un ricordo,
la giovinezza un dono
che quasi sempre,
ah questi fanciulli,
sprecano in balordaggini.
Semini però,
soltanto in alcuni,
dolori inconsapevoli
e me, povera, purtroppo colpisti.
Fin dalla tenera età
solo a pensarti
un brivido mi percorreva le ossa.
Gambe tremanti, respiro affannato,
batticuore.
Perché proprio a me, o Crono?
Perché a me
quest’insistente consapevolezza
della tua esistenza?
Punita ancor prima di nascere,
tua schiava prima di esistere.
Lasciami almeno
i momenti felici, seppur brevi.
Lasciami aggrappare
alla me infante
dove più che mai
sembrava non corressi.
Ma tu corri, corri, corri.
E io vivo
soltanto di quest’ansia
sprecando il tempo che mi resta
a pensare
che tu
corri, corri, corri.

 

UNA VOLTA COME OGGI

Guerre mondiali,
campi di concentramento,
down, ebrei,
uomini ebrei
che amavano uomini,
donne ebree
che amavano donne.
Eppure ci fu un tempo
molto più remoto
in cui l’amore era amore
la sessualità un gioco.
Ci fu un tempo in cui
una poesia, una lettera,
non importava a chi rivolte,
restavano vere
come i sentimenti
di chi scriveva.
Saffo e la sua gelosia
che s’innamorò
di una sua allieva
e silenziosa ma tremante,
sofferente,
la lasciò andare
con l’uomo
che toccava la sua donna.
Perfino Catullo
amò Giovenzio
e tutti vivevano
felici di essere loro stessi.
Liberi.
Di nuovo oggi, come in guerra
ancora razze, stereotipi, categorie.
Futili e malefiche invenzioni dell’uomo
che egli racchiude nella parola “normalità”.
Ma cos’è la normalità?
Non è un po’ come cercare la perfezione?
Nasciamo nudi e senza nome
siamo scultori di noi stessi.

Gaia Fabbrocino 5A classico