La risposta di una studentessa a Paolo Siani

siani-2Caro Paolo,

sono una ragazza del liceo “Pitagora-B.Croce” di Torre Annunziata, una ragazza come tante, che quest’oggi ha deciso di scriverti. Decidere di fare ciò, naturalmente, non è stato molto semplice perché sei il fratello di Giancarlo, conosciuto ma troppo spesso anche dimenticato. Leggendo la lettera indirizzata a noi studenti, mi è sembrato di esserti emotivamente vicina.

Sono già trascorsi 30 anni dal 23 settembre del 1985 e, per fortuna, il tempo sembra aver cambiato un po’ di cose, almeno apparentemente. Le scene di “Fortapàsc” crediamo ormai che facciano parte di un passato così remoto da non sembrare nemmeno mai appartenuto a questa città. Nella tua bellissima lettera fai arrivare a noi ragazzi un chiaro messaggio: nella vita, e soprattutto in questi nostri anni da adolescenti, dobbiamo metaforicamente percorrere la nostra strada a bordo della Mehari verde, sentire tutto l’odore della libertà e continuare a camminare, senza lasciarci fermare dall’odio e da tutto ciò che è cattivo. Sono rimasta colpita, poi, da una tua intervista a “Il Mattino” di qualche giorno fa, in particolare dal passaggio in cui affermi che è facile l’esaltazione del male, in ogni sua forma. Negli ultimi tempi molto ci parla di male, di dolore, di corruzione, di malavita e di odio tra culture, religioni, persone. Forse perché il bene sembra così irraggiungibile, forse perché niente ce lo ricorda o, molto semplicemente, perché il bene non fa notizia.

Giancarlo oggi avrebbe 56 anni, una vita alle spalle e forse chissà, molto altro da raccontarci … Lui semplicemente inseguiva il suo sogno, ma qualcuno ha messo fine a tutto ciò che stava costruendo.

Giancarlo è entrato a far parte della mia vita da non molti anni, da quando è nata in me la passione per il giornalismo. Forse il mio sogno diventerà realtà, o forse potrebbe essere irraggiungibile… Ma un giorno sarebbe bello riscattare la nostra terra e far sì che la Campania sia veramente il posto più bello del mondo, proprio come anche Giancarlo desiderava. Solo noi saremo capaci di cambiare le cose: questo ci ricorda la tua lettera. Questo io e i miei coetanei sogniamo.

E, invece, qual è il tuo sogno?

Con profondissima stima

Giulia Chiara Cortese II A classico