La generazione dei giovani di oggi è spesso profondamente criticata, forse perché se ne conosce bene la parte “scura” e poco quella “chiara”. Se si chiede a una persona di mezz’età che cosa pensa dei “Millennials”, molto probabilmente immaginerà giovani avvolti nel fumo, ubriachi fradici e drogati che ballano sfrenati in una discoteca, troppo presi a filmarsi e a pubblicare le proprie foto sui social per rendersi conto dei pericoli che stanno realmente correndo.

Come in tutte le epoche storiche e le generazioni, c’è chi si diverte anche in questo modo e chi no: niente è tutto bianco o tutto nero.  Molto spesso si preferisce parlare dei giovani come se esistesse solo il nero, perché è più interessante e fa più audience. A volte però, c’è bisogno di parlare anche del bianco.  Anche se si tende a credere che quella di oggi sia una generazione priva di valori, una generazione apatica e ignorante, incapace di distinguere il bene dal male, tanti giovani sanno perfettamente cos’è il bene, come i ragazzi di Somma Vesuviana dell’associazione di volontariato Smile for two. Attiva da molti anni, essa si fonda sull’attività dei missionari oblati, impegnati a raccogliere fondi per aiutare gli abitanti dei paesi più poveri del mondo come la Guinea-Bissau, sulla costa atlantica dell’Africa occidentale. I fondi si ottengono grazie a varie iniziative, come tombolate di Natale e spettacoli, organizzati annualmente. I ragazzi trascorrono così il loro tempo libero e si divertono.

Dalla Smile for two è nata la Smile Band, formata interamente da ragazzi fra i 10 e i 18 anni, ma “la differenza di età non si nota per niente”, come dice Emilia, 16 anni, “perché insieme formiamo un’unica persona, un’unica anima, e ormai tutto questo fa parte di me”.  I membri della Smile Band si riuniscono incontrandosi settimanalmente per trattare argomenti relativi all’adolescenza e alla crescita personale, condividendo momenti di svago fondati sull’amicizia reciproca. Come racconta Chiara, 15 anni, “ci divertiamo senza distruggere noi stessi e quello che ci sta intorno, ma lo facciamo con la spensieratezza che dovrebbe esserci alla nostra età.”

La Smile Band è la prova che ci sono ancora ragazzi decisi a seguire la strada giusta. Essi sono anche attivi nell’aiutare quelli che invece preferiscono divertirsi in modo dannoso. “La nostra associazione è aperta ai ragazzi che pensano di divertirsi abusando di droghe e alcolici. Quando prendono parte alle attività associative, comprendono che i piaceri e i valori della vita sono altri: l’amore, la sana felicità, l’amicizia, l’ascolto, il confronto. E capiscono che la felicità nelle droghe è apparente e momentanea, mentre quella della Smile Band dura per sempre”. Emilia, 16 anni.

 

Giulia D’Avino, Clara Flauto, IV A classico  (M|Y 30.01.2019)