Nel 1979, esattamente quarant’anni fa, veniva pubblicato l’album “The Wall” dei Pink Floyd, che riassume in pieno ciò che significava essere giovani in quegli anni; si combatteva per un ideale politico e sociale, la strada era un luogo dove incontrarsi, confrontarsi e far valere le proprie idee.

Si iniziava a parlare di AIDS, una malattia sessualmente trasmissibile che in molti casi portava alla morte, e tra i giovani si diffondeva l’eroina. Per le strade c’erano spesso manifestazioni inneggianti alla pace nel mondo e da poco in Italia si era conclusa la battaglia per legalizzare l’aborto. Questi anni del ventesimo secolo, infatti, sono passati alla storia come anni di proteste, i cui protagonisti erano giovani, donne e operai che rivendicavano i loro diritti contestando le scelte della politica. Il 1979 fu anche l’anno del quinto governo Andreotti e gli ‘anni di piombo’ stavano per giungere a termine.

Oggi, a distanza di quarant’anni, molte cose sono cambiate. Sembra che si diventi adulti prima del tempo e ciò fa nascere nei giovani il bisogno costante di dimostrare qualcosa. Fra i ragazzi non c’è più il desiderio di impegnarsi in politica (politica è una parola quasi sconosciuta, lontana e incomprensibile) o di far valere i propri ideali. Non c’è più la voglia di informarsi e spesso l’ignoranza causa sentimenti di odio e di rifiuto verso il diverso. Ma di questa situazione non hanno colpa soltanto i ragazzi; viviamo, infatti, in un mondo in cui gli adulti hanno rinunciato a lottare per le cose in cui credono. Oggi si combatte online a colpi di tweet e di post. E si pensa che questo basti. Gli stessi politici utilizzano questo mezzo che rende tutto superficiale ed effimero, proprio come la loro credibilità.

Nel ‘79 venne lanciato anche il Walkman, che rivoluzionò il modo di ascoltare musica, dando inizio alla rivoluzione digitale della musica. Adesso la musica è online, accessibile a tutti, il che ha portato vantaggi e svantaggi. Diventare famosi è diventato più facile; basta poco e subito un video diventa virale indipendentemente dagli argomenti trattati. La radio non è più fondamentale come una volta e tra gli artisti c’è sempre l’ansia e il bisogno di rinnovarsi per mantenere costanti i numeri di ascolto. L’ artista, oggi più di prima, non viene più giudicato per la qualità dei contenuti ma per gli ascolti che ottiene.

Nel 2019, spesso, il divertimento sta nello “sballo”, nello spingersi oltre il limite. Uno dei problemi più diffusi è quello dell’alcool. Secondo l’ISTAT ogni anno sono 9 milioni le persone che assumono alcool e tra queste 1 milione sono minorenni tra gli 11 e i 17 anni, anche se la legge 189/2012 vieta la vendita ai minori di alcolici. Per quelli che assumono alcool regolarmente le conseguenze sono disastrose; dunque è urgente informare e sensibilizzare non solo i ragazzi che ‘bevono’, ma tutti.

Nuove droghe vengono create in laboratorio e spacciate, e sono molto più pericolose della marijuana. Fra le più dannose c’è la Som (droga da stupro): invisibile, provoca uno stato di amnesia temporaneo e si miscela bene con i drink; dunque è facile farla assumere senza che la potenziale vittima se ne accorga.

In questi quarant’anni sono cambiate tante cose; trarne una morale e stabilire se una generazione sia ‘migliore’ dell’altra è impossibile.  In ogni fase ci sono pro e contro che lasciano un segno nella storia.  La nostra generazione, per la quale la tecnologia ha un ruolo di fondamentale importanza, probabilmente verrà etichettata come “passiva”; forse noi saremo quelli che non hanno mosso un dito per cambiare le cose. Ma è anche vero che non è mai troppo tardi. Sarebbe meglio avere più consapevolezza delle proprie azioni e, prima di agire, riflettere. La libertà di espressione e la facilità nella comunicazione che abbiamo oggi è un dono che non va sprecato, è frutto di tante battaglie fatte da chi prima di noi voleva dire la “sua”.

Noi ci facciamo sentire, e voi?

 

Davide Capricano e Mariarosaria Di Bagno   (M|Y 30.01.2019)