Armi, droga, malavita. È questo purtroppo l’unico mondo che non pochi ragazzi, anche qui a Torre Annunziata, conoscono; è quella del male l’unica strada che purtroppo percorrono. “In ogni ragazzo, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene” – affermava, però, Don Bosco – “ed è compito di un educatore trovare quella corda sensibile e farla vibrare.” Questa è la frase che rappresenta l’ordine dei Salesiani fondato dallo stesso don Bosco, su cui, ormai da più di 150 anni, si basa l’operato anche dei salesiani di Torre Annunziata.

Lunedì 4 novembre, proprio presso la sede di questi ultimi, c’è stata l’inaugurazione del centro diurno “Casa Valdocco” e del “Pizzoratorio”. Due iniziative molto importanti, entrambe dirette ai giovani di questa città, a quelli meno fortunati. Da un lato un centro che accoglie giovani dai 6 ai 18 anni, per contrastare la dispersione scolastica, dall’altro un progetto che vede i giovani che hanno abbandonato la scuola alle prese con l’imparare il mestiere del pizzaiolo.

Ciò significa togliere ragazzi dalla strada e, soprattutto, dare loro la possibilità di vivere onestamente. “Non è facile – dice Don Antonio Carbone – per un ragazzo che prima soleva guadagnare diverse centinaia di euro al giorno, abituarsi a una nuova vita, in cui cifre del genere vengono viste soltanto una volta a fine mese.” Eppure ci sono ragazzi che si lasciano aiutare da Don Antonio e i suoi. Ed ecco che per loro si apre un nuovo mondo, un’alternativa alla loro difficile realtà, un mondo in cui anche guadagnare poco, ma onestamente, diventa magicamente bello. E ciò afferma lo stesso Don Antonio, parlando di ragazzi “che in vita loro hanno conosciuto soltanto un tipo di polvere bianca, che non ha niente a che vedere con quella così pura della farina, che adesso stanno riscoprendo”.

Sono ragazzi con situazioni difficili, è vero, ma d’altronde anche in passato è stato così. Nessuno più di Don Antonio, infatti, che fin da sempre è a contatto con i ragazzi, sa che nel mondo, oggi come ieri, c’è chi è meno fortunato. Anch’egli racconta di aver avuto un’infanzia difficile sotto certi aspetti. Egli ha avuto, però, la fortuna di possedere “qualcosa che molti altri ragazzi, purtroppo, non hanno: la famiglia, un luogo sano in cui sviluppare amicizie sane (come l’oratorio) e la possibilità di studiare. Si può ritenere fortunato chi queste cose le ha, deve essere dura invece per chi non le possiede, ma la legge del bene impone che, chi ha avuto di più, ha l’obbligo di donare a chi invece ha di meno”. Sono queste le parole esatte di Don Antonio, che, in questo modo, fa riferimento a ciò che lo spinge a proporre sempre nuove iniziative, a prodigarsi nell’ aiutare gli altri, i giovani, quelli che non sono stati fortunati come lui.

“E non è vero che la gioventù di oggi, rispetto al passato, sia peggiorata. Questi che affrontiamo ogni giorno con i ragazzi sono problemi che si sono avuti sempre, anche negli anni passati”. Del resto anche Don Bosco affermava, riferendosi ai ragazzi incontrati nelle carceri minorili, che se qualcuno si prendesse cura di loro, li seguisse nella scuola, nei posti di lavoro o insegnasse loro un mestiere, sicuramente riuscirebbero ad avere un futuro migliore. “Quello che manca a questi ragazzi spesso – ribadisce don Antonio – è la fiducia nel poter fare cose belle”. Non sempre si riesce a recuperarli, ma l’importante è mettercela tutta.

E continua: “È proprio da questi ragazzi che si ricevono le maggiori soddisfazioni. Tante volte, dopo tanti anni, li ho rivisti realizzati, e mi sono sentito parte integrante della loro vita, soddisfatto per essere riuscito, insieme a tutti gli altri, a far sì che questa fosse migliore. E sono tanti i messaggi che ricevo – parole semplici, un tvb o un grazie – che mi fanno capire che  tutto quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo per i giovani ha veramente un senso, che bisogna crederci”.

E Don Antonio ci ha sempre creduto. Non poche sono state le difficoltà incontrate nella realizzazione di Casa Valdocco e del Pizzoratorio, ma come ricorda il nome stesso dell’associazione di cui Don Antonio è presidente, “Piccoli passi grandi sogni”, anche a piccoli passi si possono raggiungere grandi traguardi. E ognuno di noi può impegnarsi in tal senso. È grazie al contributo anche di ognuno di noi, oltre che a fondi messi appositamente a disposizione, che è possibile realizzare iniziative del genere. Dare di più a chi la vita ha dato di meno, insieme si può.