Ore 18:30, Roma, in un parco…

 

– Ehi! Vi ricordate di Lucia? È tornata! L’ho vista ieri! Ora è felice – dice Lorenzo.

– Io ho sempre parlato con lei a telefono! E si, ora è felice: ha trovato l’amore- afferma Sofia con voce sognante, poi però, forse, si accorge della mia presenza -Scusa Bruno! I-io non volevo..- dice a voce bassa la ragazza dai capelli biondo cenere.

-Non preoccuparti,  è acqua passata ormai- le dico, sforzando un sorriso.

Quanto vorrei che le parole che ho appena pronunciato fossero vere. Lo desidero, l’ho sempre desiderato.  Ho sempre desiderato dimenticarla, ma non ho potuto, so e ho sempre saputo che non ero fatto per lei, ma cosa ci posso fare? Sono innamorato, follemente innamorato e anche se sono passati due anni, il mio amore per lei non è svanito, si era solo messo in disparte per un po’, ed ora è rivenuto alla luce.

Ma ora sono ancor più convinto di doverla dimenticare, non posso continuare così, lei è felice, con un altro, ma comunque felice, e anch’io devo trovare la felicità.

Giorni dopo …

-Bruno! Vieni con noi ad ordinare i gelati?- mi chiede Giulio

-No, resto qui- rispondo e il mio amico annuisce sorridendo

Preferisco starmene su una panchina, a guardare le nuvole, il cielo, le persone felici.

Improvvisamente vedo due persone sconosciute;  qui ci sono sempre le solite persone, e queste non le ho mai viste. Allora inizio a guardarle:  la figura maschile si siede su una panchina, non molto lontana da me

-Lucia! Vieni!- dice

–Amore sono qui!- dice lei.

Al sentire queste parole mi viene come un colpo al cuore, sentire la sua voce, vederla anche se da lontano, dopo due anni, vederla felice e sentirla pronunciare la parola amore verso un uomo che non sono io, mi fa star male, malissimo.

-Eccoci, c’era tantissima gente, questo è il tuo gelato- mi dice Sofia

-No scusate, non mi sento tanto bene, mangiatelo voi, scusate- dico e vado a casa

Sono passati giorni, settimane, forse mesi, non lo so. Non so che giorno è, se è estate, inverno, primavera, non lo so e non voglio nemmeno saperlo. Non sono in vena di far nulla, passo la giornata chiuso in camera e solo quando tutti sono a letto mi alzo per prendere qualcosa da mangiare. Sono distrutto, a malapena riesco a dormire per un incubo che si presenta tutte le notti:

“Non mi hai mai amato abbastanza” “ Non mi hai mai meritato” continua a ripetermi, e ogni volta che lo dice mi sento ancora più male di prima, i sensi di colpa mi stanno consumando giorno dopo giorno, e non c’è nulla che io possa fare, nulla.

Dopo qualche giorno decido di finirla di farmi del male da solo e decido di scriverle una lettera..

‘’Ciao,

sono due anni che non ci vediamo, e in questi due anni sono cambiato, molto. So che ora sei felice, e  l’ho anche visto, ho sentito come chiamavi “amore”  quell’uomo del quale non so il nome, ho visto da un video, come ballavate insieme e come eri felice. Non sto scrivendo questa lettera perché voglio tornare con te, voglio solo scusarmi per tutto quello che ho fatto, ma specialmente per quello che non ho fatto. Probabilmente è troppo tardi per scusarmi, avrei dovuto farlo molto tempo prima, ma solo ora mi sono reso davvero conto di quello che ho perso.

Non so quanto tempo è passato da quando non esco dalla mia stanza, non vedo persone, non dormo, per un incubo che mi tormenta tutte le notti, un incubo dove tu mi dici che non ti ho mai meritato o che non ti ho mai amato abbastanza. Hai ragione è vero, ma non sai quanto fa male sentirselo dire, specialmente da te, tutte le notti. Probabilmente tutto quello che mi sta succedendo in questo periodo è una punizione per non essere stato abbastanza per te, per non averti trattato come meritavi, per non esserci stato quando ne avevi più bisogno, e lo accetto, perché so che ho sbagliato. Non so se leggerai mai questa lettera o se mai arriverà nelle tue mani, ma voglio comunque dirti che mi auguro che quest’uomo sia migliore di me, che ti regali fiori, come avrei dovuto fare io, che ti dedichi tutto il suo tempo, come avrei dovuto fare, che ti porti a tutte le feste e che ti faccia ballare, perché anche se sono passati due anni, ricordo quanto ami ballare e ti auguro che lui faccia tutto quello che io avrei dovuto fare quando ero il tuo uomo

Bruno ‘’

Chiudo la lettera, la poggio sul letto, prendo le valigie e mi dirigo in aeroporto, sperando di iniziare una nuova vita a Londra, sperando che tutto quello che ho scritto nella lettera si avveri, che lei continui a essere felice e che lui sia come sarei dovuto essere io quando ero il suo uomo.