Rula Jebreal è una giornalista e scrittrice israeliana con cittadinanza italiana, nata a Haifa, in Israele, dal padre Othman e dalla madre Zakia, la quale fu vittima di abusi che la condussero al suicidio. Rula all’età di 5 anni venne portata in orfanotrofio, dove trascorse gran parte della sua adolescenza. All’età di vent’anni ricevette una borsa di studio dal governo italiano per studiare fisioterapia all’Università di Bologna, dove si è in seguito laureata. La sua carriera da giornalista inizia nel 1997 collaborando con alcuni famosi giornali italiani, quali “Il Resto del Carlino”, “Il Giorno” e “La Nazione”, occupandosi di temi sociali e cronaca. Dal 2002 prende parte a varie trasmissioni televisive e cura la rassegna stampa dei quotidiani in lingua araba, occupandosi anche di politica estera. Nel 2004 pubblica il suo primo romanzo autobiografico “La Strada dei fiori di Miral” da cui è stato tratto un film, contestato da alcune organizzazioni israeliane poiché lo ritenevano filo-palestinese. La Jebreal respinse le accuse: “Questo film è un grido per la pace…È contro la violenza, da dovunque essa venga”. Nel 2005 pubblica il suo secondo romanzo “La sposa di Assuan” e nel 2007 il saggio “Divieto di soggiorno”. Quest’anno è stata ospite e conduttrice al Festival di Sanremo. Tale notizia ha scatenato, agli inizi di gennaio, una serie di controversie di natura politica e sociale da parte di alcuni partiti italiani che vedevano nella sua partecipazione al Festival solamente una scelta politica, che inizialmente ha indotto i vertici Rai ad escludere la sua presenza, salvo poi ritornare sui propri passi in seguito alle polemiche esplose.

Il contributo più importante che la Jebreal ha dato al Festival, ma anche, e soprattutto, agli spettatori del Festival, è stato il suo monologo contro la violenza sulle donne. Il monologo, che si compone di riflessioni personali intervallate da citazioni tratte da celebri brani della musica italiana, è stato presentato dalla Jebreal durante la prima serata del Festival. La donna ha letto da un leggio nero le domande più crudeli poste alle vittime di violenza durante i processi e dati statistici relativi alla violenza sulle donne in Italia; mentre da un leggio bianco ha letto  strofe di canzoni italiane scritte da uomini per celebrare le donne. Lo scopo del monologo scritto dalla Jebreal è stato quello di celebrare attraverso la musica, indiscussa protagonista del Festival, la donna, poiché lei stessa, con i suoi silenzi e la sua innata voglia di far rumore, è una lieve e dolce melodia. Rula ha dedicato il suo intervento alla madre, la quale, profondamente turbata e annichilita dallo stupro subito all’età di tredici anni, si tolse la vita per la vergogna che  provava per il suo corpo privato di dignità. La violenza sulle donne e lo stupro sono tematiche scottanti: ogni giorno in Italia vengono denunciati circa undici stupri e per ogni donna che denuncia c’è un carabiniere, un giudice, un poliziotto, un uomo che le chiederà cosa indossasse. E a quel punto, oltre alla violenza fisica, la donna vede  macchiata la sua dignità e infranti i suoi diritti e prova un dolore che solo le parole possono infliggere. Se c’è una cosa che può far più male di una violenza fisica, quelle sono le parole. Ed è per questo che Rula ha scelto di celebrare l’importanza delle parole, parole  che molti utilizzano per offenderla, farla sentire sbagliata, per privarla della sua dignità, per ucciderla moralmente, per sottometterla, per impaurirla. Il messaggio della Jebreal è dunque rivolto agli uomini, ai quali ella chiede di essere complici della donna e di combattere al suo fianco affinché mai più nessuno osi attribuirle la colpa di una violenza che non ha scelto di subire. Sosteneva  il celebre poeta latino Terenzio: “Homo sum: humani nihil a  me alienum puto” (sono un uomo e nulla di ciò che è umano ritengo a me estraneo); per questo motivo bisogna essere solidali verso le donne. Perché una donna non sceglie mai di diventare una vittima quando può essere libera di essere semplicemente ciò che è, una donna.

Buonagrazia Ludovica IIAsa

Manzo Alessandra IIIBs