Kobe Bean Bryant, nato il 23 agosto 1978 a Filadelfia, Pennsylvania (Stati Uniti), è stato un cestista statunitense. Ha giocato nel ruolo di guardia tiratrice ed è considerato tra i migliori giocatori della storia dell’NBA (National Basket Association degli Stati Uniti).  Cresciuto cestisticamente in Italia, dove ha imparato i fondamentali europei, ha disputato tutta la sua carriera nei Los Angeles Lakers ottenendo 5 titoli.  E’ stato inoltre il primo giocatore NBA a giocare nella stessa squadra per 20 anni. Con la Nazionale statunitense ha partecipato:

  • nel 2007 ai FIBA( Federation International Basketball) Americas Championship;
  • nel 2008 ai giochi olimpici di Pechino;
  • nel 2012 a Londra vincendo la medaglia d’oro in tutte e tre le manifestazioni.

Il 4 marzo 2018 ha vinto il Premio Oscar insieme al regista  e animatore Glen Keane , nella categoria miglior cortometraggio d’animazione  per “Dear Basketball”, che ha sceneggiato ispirandosi alla sua lettera di addio al basket.

Rientra tra gli sportivi più conosciuti al mondo e la sua carriera è ritenuta una delle migliori nella storia dello sport professionistico.

Il 26 gennaio 2020 alle 09:06 del mattino, K. Bryant, sua figlia Gianna di tredici anni e altre sette persone sono partite dall’aeroporto della Contea di Orange-John Wayne, a sud est di Los Angeles in California, a bordo dell’elicottero Sikorsky S-76B N72EX di proprietà del giocatore.

Nel dettaglio:

  • John Altobelli , l’allenatore di baseball universitario insieme alla moglie Keri e alla figlia 13enne Alyssa, compagna di squadra di Gianna;
  • Christina Mauser, allenatrice e collaboratrice di K. Bryant, e Payton Chester, altra compagna di squadra di Gianna, insieme alla madre Sarah;
  • infine la nona persona a bordo era il pilota Ara Zobayan.

Il gruppo stava andando alla Mamba Sports Academy, un centro sportivo di proprietà di K. Bryant a Thousand Oaks, per una partita di allenamento della squadra di basket di Gianna, allenata dallo stesso K. Bryant. Purtroppo ad un certo punto (alle ore 09:47 circa) il velivolo è precipitato a Calabasas prendendo fuoco. I vigili del fuoco della contea di Los Angeles hanno spento l’incendio alle 10:30, confermando la morte di tutti i passeggeri.

Al momento dell’impatto c’era una fitta nebbia, tanto che la polizia di Los Angeles aveva deciso di tenere a terra gli elicotteri per alcune ore. Ma poi l’elicottero di K. Briant era decollato. Inoltre sembra che al momento dell’incidente, il pilota dell’elicottero stesse andando molto forte. L’elicottero era probabilmente pieno di carburante che ha alimentato il grande incendio seguito all’impatto.

Secondo TMZ.com, il sito web che ha dato per primo la notizia della morte di K. Bryant, l’ultimo contatto radio con il pilota è avvenuto alle 9.30 di domenica mattina, poco prima che l’elicottero cominciasse a girare intorno e a cambiare improvvisamente quota, dirigendosi infine a grande velocità contro una collina nei pressi di Calabasas. La notizia della morte di Bryant è stata ricevuta con grande sorpresa e commozione dai media e dagli appassionati di sport di tutto il mondo.

  1. Briant e sua figlia Gianna lasciano con grande dolore sua moglie Vanessa e le altre due figlie Natalia (17 anni) e Bianca (3 anni).
  2. Bryant era stato un giocatore di fama e talento come pochissimi altri nella storia dello sport ed era stato uno dei più grandi protagonisti – il più grande, secondo molti – della NBA del primo decennio degli anni duemila. Nel giorno della sua morte, centinaia di fan hanno reso omaggio a K. Bryant davanti allo Staples Center, il palazzetto dei Lakers dove era in programma la cerimonia di premiazione dei Grammy, i premi della musica americana, cosa che ha complicato la circolazione nella zona.

Nonostante l’impatto della notizia sul mondo dello sport americano e soprattutto del basket, domenica si sono giocate regolarmente le molte partite di NBA previste ma con qualche eccezione. La prima è stata quella tra San Antonio Spurs e Toronto Raptors, giocata pochi minuti dopo la diffusione della notizia. I giocatori, dopo un minuto di silenzio prima del fischio di inizio, appena iniziata la partita hanno lasciato volontariamente scadere il cronometro dei 24 secondi, quello che indica la durata massima di ogni azione. 24 era stato infatti il numero di maglia di K. Bryant a partire dal 2006, dopo aver indossato per anni il numero 8. La scena si è ripetuta anche nelle altre partite, in alcune delle quali i giocatori hanno tenuto la palla per 8 secondi nella propria metà campo (un’altra violazione delle regole nel basket), ricordando l’altro numero di maglia di K. Bryant.

Tutto ciò a dimostrare che un grande campione come K. Briant non può essere dimenticato ma dovrà essere sempre ricordato da tutti come uno dei più grandi dello sport.