Il COVID-19, detto anche CORONAVIRUS, si è ormai diffuso a macchia d’olio anche nella penisola italiana, causando un numero di contagiati in continuo aumento, la chiusura delle scuole e degli atenei e il blocco dell’economia. La prima zona ad essere stata contagiata è la Lombardia, dalla quale molti giovani in un weekend di inizio marzo sono scappati per tornare al Sud, contribuendo così alla diffusione del virus. Sin dall’inizio il problema del Covid-19 è stato molto sottovalutato, dato che si è diffusa l’idea che non sarebbe mai potuto accadere a noi, e purtroppo questa idea sbagliata ha contribuito notevolmente alla diffusione  della malattia.

Anche se la situazione è veramente critica e ha dell’inimmaginabile, questo momento di fragilità nazionale ha tanto da insegnarci.

Un esempio. Le Isole Maldive hanno chiuso le loro porte agli italiani perché provenienti da una nazione contagiata dal Coronavirus.

Penso che trovare le frontiere chiuse e vedersi puntare il dito contro abbia fatto capire a tanti nostri connazionali  cosa provino tutti quegli immigrati che trovano “i porti chiusi”.  Per una volta abbiamo provato sulla nostra pelle cosa significhi essere discriminati, emarginati ed etichettati come soggetti pericolosi.

Inoltre non possiamo incontrare i nostri amici o  dare un abbraccio ai nostri cari. La cosa triste è che c’è stato bisogno di metterci in quarantena per comprendere quanto sia importante il contatto umano e quanto ne abbiamo bisogno.

Essendo quindi relegati in casa non possiamo neanche frequentare le lezioni e in questo momento stiamo comprendendo quanto sia essenziale l’istruzione, quanto sia unica ed insostituibile la scuola e quanto ne abbiamo bisogno.

In sostanza, credo che questo virus ci stia dando delle vere e proprie lezioni di vita.

Nonostante la gravità della situazione, ci sono persone che non comprendono ancora quanto sta accadendo e che, invece di restare in quarantena, escono in strada noncuranti del pericolo al quale espongono loro stessi e le persone che gli stanno vicino.

Eppure a noi è stato solo chiesto di restare a casa nei nostri letti, niente di più.

E non dobbiamo farlo perché ce lo dice lo Stato o perché c’è una legge; dobbiamo farlo per noi e per le nostre famiglie.

Il coronavirus ci sta mettendo davanti a delle sfide e solo con la pazienza e la forza di volontà possiamo affrontarle.

Abbiamo capito che nessuno di noi è invincibile, può accaderci di tutto, nessuno è al riparo. E’ il momento giusto per comprendere quanto la vita sia importante e cosa bisogna fare per preservarla. Anche  restare a casa per un tempo che sembra infinito.

Chiara Cinquegrana 2AC