ALIspezzateAli Spezzate è un libro sulla storia di Annalisa Durante, ma non è solo questo. Se così fosse, si concluderebbe dopo poche pagine, perché la vita di Annalisa si è spenta in un giorno di marzo dei suoi quattordici anni, quando ancora non era praticamente iniziata.

Annalisa è morta a Forcella, sotto casa sua. Si è ritrovata in mezzo a una sparatoria seguita a un “avvertimento”, di una famiglia camorristica contro un’altra. La ragazzina è stata colpita alla nuca da un proiettile vagante. Era uscita di casa per pagare la pizza che aveva mangiato per cena e in quella casa non ha più avuto modo di tornare.

Ma la sua morte non è l’unico argomento del libro. L’autore Paolo Miggiano racconta anche il dopo: quello che gli abitanti di Forcella hanno fatto non appena hanno scoperto la notizia, le vane promesse e le illusioni di un cambiamento, il ritorno infine alla stessa situazione precedente; ma con un piccolo, importante risultato. Il padre di Annalisa, il signor Giannino Durante, ha aperto una biblioteca a nome della figlia, in cui arrivano libri da ogni parte del mondo. Lì, se sei un ragazzo, un uomo, un vecchio o un camorrista, puoi avere accesso gratuito all’unica arma che può sperare di sconfiggere la criminalità: la cultura. E, lì, quegli stessi ragazzi che entrano spavaldi nei negozi a chiedere il pizzo, bussano domandando rispettosamente il permesso.

E ancora, il libro narra dell’ascesa e della caduta della famiglia dei Giuliano, della storia criminale di Forcella fin dalle sue origini e di ciò che ancora oggi accade in quello che non è nemmeno un quartiere, ma una semplice via della città più importante dell’Europa meridionale. Paolo Miggiano racconta inoltre delle altre vittime innocenti della camorra, dei 24 bambini e degli innumerevoli uomini e donne morti in Campania senza nessuna colpa, che non erano affatto nel “posto sbagliato al momento sbagliato”. È nel posto giusto un uomo che, la notte del 31 dicembre, è a tavola con la sua famiglia. Al posto sbagliato sono invece i proprietari del proiettile che l’ha colpito alla testa, perché quando un uomo ha in mano una pistola è sempre una cosa sbagliata.

Non era sbagliata, invece, l’opera di due uomini, un prete e un giornalista, entrambi costretti ad abbandonare ciò che stavano facendo per Forcella: padre Luigi Merola e Arnaldo Capezzuto. Tra le pagine di questo libro c’è anche la loro storia, le minacce, i “vi faremo fare la fine di Siani”; perché per chi tenta di fare qualcosa, a Forcella e contro la camorra, finisce sempre così. Si muore o si fugge. E legalità può sembrare una parola davvero troppo lontana per sentirne anche solo l’odore.