La donna, sin dai tempi antichi, è sempre stata in una condizione di sottomissione all’ uomo. Che sia padre o marito, doveva “obbedire” ad essi. A partire dal secolo XVIII, nel mondo occidentale la donna è riuscita ad ottenere il riconoscimento di alcuni diritti. Dapprima sul piano economico e culturale, successivamente su quello politico. In Italia, per esempio, la popolazione femminile ha potuto, per la prima volta, esprimere la propria opinione votando nel 1948, anno in cui i cittadini furono chiamati a decidere quale tipo di governo dovevano adottare.

In molti Paesi orientali però, le condizioni sociali della donna non sono cambiate. Soltanto nell’ultimo periodo in Arabia Saudita ci sono stati alcuni cambiamenti riguardo il riconoscimento dei diritti sulle donne. Nonostante l’Arabia mostrasse agli occhi del mondo grande sfarzo grazie all’alto tenore di vita,  sono ancora  tante le privazioni imposte alla popolazione femminile sotto la bandiera della fede islamica. E’ vietata infatti alle donne la partecipazione alla vita politica; è vietato persino  cantare o far parte di un gruppo musicale.

Da qualche mese, però, dopo l’ascesa al potere del principe Mohammed bin Salman, si è avviato un processo di modernizzazione del Paese. Si cominciano a vedere le prime donne al volante e nascono i primi gruppi musicali femminili simili. In precedenza, infatti, era severamente vietato eseguire in pubblico musica occidentale, così come far cantare le donne. Altra svolta importante è stata l’eliminazione dell’obbligo dell’ “abaya”, il tipico abito nero che copre interamente la donna. “Dalla Sharia è richiesto solo vestire in modo pudico e rispettoso; sta alle donne scegliere come farlo”. A dirlo è stato il principe stesso.

Non è certamente un passaggio semplice, ma come sempre bisogna dar tempo affinché la situazione possa definitivamente cambiare.