Se è vero che il XX secolo è stato quello delle tante scoperte, dell’imparare a rialzarsi dopo le guerre, del volere tutto e subito, il XXI secolo è e deve essere un secolo all’insegna del controllo e della buona gestione dei beni, di ogni tipo di ricchezza. Durante il XX secolo non è mancata occasione per dimostrare che spesso il progresso, oltre che ad aiutare la società e a permetterle di progredire, è anche un’arma forte finita nelle mani sbagliate, che può ridurre il mondo in ginocchio. Basti pensare alla bomba atomica, la conseguenza di un grande passo in avanti per la scienza, ma un’arma letale per l’intero pianeta Terra, come dimostrano i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945, di cui paghiamo le conseguenze ancora oggi. Come ci dimostra la storia, il rapporto che l’uomo ha con la scienza è un rapporto complesso, di curiosità ma soprattutto di timore; timore poiché la scienza è incomprensibile, le sue conseguenze imprevedibili e perché l’uomo da sempre si sente minacciato da ciò che non gli è possibile controllare. Per questo la sfera del potere e quella

della scienza dovrebbero essere nettamente distinte: se l’una dipende dall’altra non vi potrà essere autonomia da nessuna delle due parti. Così sosteneva anche la scienziata Rita Levi Montalcini, in un discorso tenuto nel 2001 a Montecitorio: solo qualora la scienza dovesse essere coinvolta in decisioni politiche, gli scienziati avrebbero il dovere di parteciparvi, piuttosto che restare vittime di un potere che mira al prestigio e alla vittoria personale, oscurando i veri scopi della scienza. La collaborazione tra scienza e potere ha dimostrato, fino ad ora, solo risvolti negativi, per la cattiva gestione di brillanti scoperte. In uno dei suoi discorsi tenuti poco dopo la fine della Grande Guerra, il fisico Enrico Fermi affermava che lo scienziato deve avere la possibilità di sperimentare, di verificare le proprie scoperte, senza sentirsi vincolato dal potere. Deve essere il potere stesso a concedergli libertà di ricerca restando fuori dagli esperimenti, intervenendo al solo scopo di garantire la sicurezza del proprio paese.  Anche se c’è chi ritiene che scienza e potere potrebbero procedere insieme, è proprio a causa della magnifica imprevedibilità della prima e della frequente cattiva gestione della seconda, che gli scienziati stessi ritengono che esse debbano progredire e svilupparsi su binari diversi.

Marialuisa Iovene 2A classico