L’Arminuta è un romanzo dell’autrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio, pubblicato nel febbraio 2017 dalla casa editrice Einaudi. Racconta la storia di una ragazzina di tredici anni, appunto detta “l’Arminuta” che in dialetto abruzzese significa “la ritornata”, che scopre all’improvviso e senza alcun tipo di spiegazione, che quella che aveva creduto la sua famiglia, quelli che aveva sempre considerato i suoi genitori, non erano che parenti della sua madre naturale. Si ritrova da un giorno all’altro catapultata in un nuovo mondo a lei sconosciuto, fatto di povertà, mancanze e modi particolari di dimostrare affetto. L’autrice è sicuramente riuscita a far immergere il lettore totalmente nelle vicende e negli spazi, descrivendo nel modo più crudo e veritiero possibile la realtà abruzzese degli anni ’70, in cui convivevano povertà e benessere, tradizione e novità. Donatella Di Pietrantonio ci fa vivere insieme alla protagonista tutti i suoi cambiamenti, i pensieri e le paure di una ragazzina che si trova a dover accettare una realtà che non le appartiene e che trova un modo per estraniarsi e per creare il suo personale mondo solo attraverso lo studio e l’impegno. Avere due madri, due famiglie ma sentirsi ugualmente sola, questo è quello che prova l’Arminuta, tanti interrogativi ma nessuna risposta. L’autrice racconta di poco più che una bambina diventata madre di se stessa, che nonostante tutte le paure è riuscita a prendersi in braccio e portarsi in salvo, pur  portando con sè una grossa cicatrice lasciata dall’abbandono. È descritta la maternità in ogni sua sfaccettatura, la famiglia in ogni sua forma ed espressione, il dolore e la gioia vissuti in ogni situazione, il riuscire a prendere il bello dal brutto e anche viceversa. L’autrice usa parole dirette, forti, un linguaggio per nulla elaborato, proprio perchè ci sta descrivendo la realtà che non ha altro modo per essere raccontata. Le descrizioni, talvolta forse fin troppo precise e approfondite, ci permettono di immaginare ogni luogo in cui si muove la protagonista, ogni odore, ogni sensazione, di percepire tutto quasi come attraverso i sensi dell’Arminuta. Personalmente trovo molte analogie con il libro “L’amica geniale” di Elena Ferrante. Anche in quel caso infatti la protagonista, nata in una famiglia povera e poco istruita, trova conforto, rifugio e salvezza nello studio, come fosse un biglietto di sola andata per un nuovo futuro. Non credo sia un caso infatti, che proprio nelle prime pagine del libro, Donatella Di Pietrantonio riporti una frase dal suo romanzo “Menzogna e sortilegio”. L’Arminuta è un libro da leggere tutto d’un fiato e che nonostante sia breve, racconta una storia tanto pungente quanto realistica. Tra le righe riusciamo a cogliere tutto il dolore, lo smarrimento di questa ragazzina abbandonata due volte, lasciata da sola con se stessa, che sente che tutto il mondo, tranne un’unica persona, può fare a meno di lei. Una ragazzina delusa dall’unica figura, cioè una madre, che avrebbe dovuto darle sicurezza, stabilità, amore e che invece è capace di darle solo dispiacere, solitudine e senso di abbandono. L’autrice attraverso questa vicenda è capace di farci capire quanto in realtà siamo fortunati ad avere una famiglia, e famiglia non necessariamente significa legame di sangue; famiglia è tutto ciò che ci fa sentire al sicuro, tutto ciò che riesce a farci sentire a casa, protetti e soprattutto amati. Famiglia è quando senti di occupare un posto che mai nessuno potrà sostituire perchè per chi ne fa parte sei fondamentale. Famiglia è non sentirsi mai lasciati soli.