La pena di morte consiste nell’uccisione  di un individuo in seguito ad una condanna. Essa ha radici molto antiche e tuttora viene usata in molti stati, come ad esempio gli Stati Uniti.

Episodi di ingiuste uccisioni di marca razzista negli Stati Uniti d’America continuano a succedere. Sono recenti, ad esempio, i casi di George Floyd,  afroamericano ucciso il 25 maggio 2020 da un agente di polizia a causa di un presunto pagamento con una banconota contraffatta, oppure il caso ancora più fresco riguardante Brandon Bernard. Quest’ultimo è stato il condannato a morte più giovane degli Stati Uniti d’America negli ultimi 70 anni. L’uomo ha preso parte a un duplice omicidio nel 1999 a soli diciott’anni. Però si suppone che in realtà le due vittime siano morte prima dell’omicidio vero e proprio.

Quella di Bernard è stata la prima esecuzione, dopo 130 anni, avvenuta durante le  elezioni presidenziali. È stata, inoltre, la nona esecuzione federale da quando Trump nel mese di luglio ha concluso una moratoria che si protendeva da 17 anni.

Nel corso della storia persone bianche hanno commesso crimini ben più gravi di quelli citati sopra e hanno scontato la loro pena in maniera molto più lieve e senza esecuzione capitale. 

È evidente che l’uccisione di quell’uomo non sia avvenuta per il reato da lui commesso anni fa e già scontato; d’altronde veniva ritenuto un detenuto modello. Queste sono le sue ultime parole prima dell’esecuzione: “Se questi sono i miei ultimi giorni, prego che le mie parole vivano per sempre… spero che la mia morte porti un significato diverso dalla distruzione e che si propaghi positivamente attraverso le generazioni”.

In molti paesi la pena di morte si configura come uno strumento di discriminazione sociale e chi la sostiene in genere lo fa in nome di un’antica concezione ( “OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE”), ormai inaccettabile.

Negli ultimi tempi stanno aumentando le persone contrarie alla pena di morte grazie all’impegno di diverse organizzazioni c. Ricordiamo che fin dal 1700 il  filosofo Cesare Beccaria nel suo breve saggio “Dei delitti e delle pene” sostenne l’abolizione della pena di morte.