I nostri studenti rispondono a Nicoletta Tancredi, giovane docente in un liceo campano, che ha scritto una lettera ai suoi studenti invitandoli a non sprecare il momento particolare che stiamo vivendo.

https://m.famigliacristiana.it/articolo/prof-scrive-agli-alunni-a-distanza-la-lettera-e-una-lezione-di-vita.htm

 

Cara prof, 

grazie per la sua lettera, leggendola mi sono ritrovata in ogni parola che ha scritto. Ha ragione dobbiamo riuscire a far tesoro dal poco. È da tanto tempo che siamo in didattica a distanza. Siamo costretti a vederci in piccoli quadratini su uno schermo o a sentirci dietro le nostre iniziali colorate: blu, viola, giallo, ormai ricordo il colore di ogni mio compagno . È un anno difficile, è vero. Da un momento all’altro abbiamo perso tutto ciò che davamo per scontato: la nostra quotidianità. Siamo soli dietro a uno schermo. Mi manca la mia compagna di banco, che quasi ogni giorno condivideva la merenda con me, ogni stupidaggine fatta con i compagni, ogni risata e anche i litigi, il peso del Rocci e del dizionario di latino e l’ansia che avevamo prima di ogni compito scritto. Sentiamo dirci ogni giorno che questo è un anno sprecato, un anno della nostra adolescenza che non tornerà più indietro. Per quanto da una parte sia vero, ci sono anche molti lati positivi e belli di quest’anno. È vero molte volte mi sono sentita triste, demotivata, derubata del mio tempo, ma tra le mura lilla della mia cameretta mi sono fermata a pensare. Ho ritrovato una parte di me in ogni serie tv che ho visto, mi sono rifugiata tra le pagine di un libro: ho passato il Natale a Parigi, sono andata a Tokyo. Ho imparato ad apprezzare ogni singolo istante e a divertirmi con la mia famiglia. Non avrei mai immaginato di festeggiare il mio compleanno in videochiamata con gli amici e i parenti, eppure mi sono divertita. È strano pensare a come la nostra vita è cambiata da un giorno all’altro. Mi torna in mente il sabato prima del ponte di Carnevale, quando salutai le mie amiche e il pomeriggio partii per Firenze. Mai avrei immaginato che avrei rivisto i miei compagni e i professori  solo grazie a una webcam. Apprezzo ogni ricordo, il tramonto a Ponte Vecchio o gli attimi di tranquillità al mare, che solo il 2020 mi ha fatto rivalutare e anche un po’ rimpiangere. Prima del 9 marzo correvamo tutti. Ognuno aveva una vita frenetica, piena di preoccupazioni, date di scadenza. Correvamo tutti verso un obiettivo, ma sapevamo quale? 

Con l’obbligo di stare a casa ci siamo fermati tutti. Eravamo tutti a impastare, a liberarci di oggetti che ormai occupavano solo spazio e ogni tanto ricevevamo videochiamate, che con la quarantena tutti hanno iniziato a fare, persino mia nonna ottantenne sempre stata scettica nei confronti della tecnologia. Con lo smart working e la didattica a distanza abbiamo informatizzato le nostre vite e noi, che siamo la generazione Z, abbiamo iniziato a usare la tecnologia in maniera formativa e a trarne tutti i benefici. Ha ragione, prof, come ha detto lei e anche gli antichi, dobbiamo trarre il meglio da ogni situazione, dopotutto “per aspera ad astra”.  

                                                                                                                       

  Paola