I nostri studenti rispondono a Nicoletta Tancredi, giovane docente in un liceo campano, che ha scritto una lettera ai suoi studenti invitandoli a non sprecare il momento particolare che stiamo vivendo.

https://m.famigliacristiana.it/articolo/prof-scrive-agli-alunni-a-distanza-la-lettera-e-una-lezione-di-vita.htm

 

Cara professoressa,

La ringrazio per la bellissima lettera che ha scritto a noi studenti, e mi trova pienamente d’accordo con quanto ha detto: questo non è e non sarà assolutamente un anno sprecato; è vero che siamo quasi da 1 anno in didattica a distanza, siamo diventati dei veri esperti: tra computer, Zoom, Google Meet, codici, link per le riunioni, Google Classroom; ormai tutto questo è entrato a far parte dell’ordinarietà, quando ci sembravano delle cose assolutamente distanti e futili. È un periodo in cui non possiamo svagarci come facevamo prima, uscendo con gli amici, facendo sport o altre attività che ora purtroppo sono assolutamente da evitare a causa di questa pandemia.

 

Ebbene la nostra quotidianità è stata totalmente stravolta dal coronavirus. Siamo stati costretti ad una chiusura fisica, ma non mentale. Di questi tempi ho imparato molte cose, ho fatto errori, li ho compresi, proprio come se ci trovassimo in una situazione normale. Anzi, sono certo di poter affermare, che questo periodo è stato il più importante di moltissimi altri che ho vissuto: sono riuscito a dedicare più tempo alla mia famiglia; ogni giorno, attorno alla tavola, a colazione, pranzo e cena, c’eravamo tutti; non c’era chi era impegnato a scuola, chi all’università, chi in tribunale. Eravamo sempre tutti uniti, a condividere riflessioni e pensieri su cosa stava succedendo. E forse è stato proprio questo l’aspetto più bello della quarantena e dei vari lockdown che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo: lo stare in famiglia, sperimentare insieme cose nuove, dedicarsi alla cucina; chi si improvvisava pasticciere, chi panettiere, chi fornaio.

 

Ho riscoperto il divertimento e l’unione che riescono a creare i giochi da tavolo, i giochi di ruolo; siamo diventati degli esperti di scacchi in una settimana. Non intendo dire però che c’era bisogno di un virus mortale che si espandesse a macchia d’olio, e che uccidesse tantissime persone, per imparare e scoprire cose nuove; intendo dire che in fondo, i lati positivi in questo terribile momento che stiamo vivendo ci sono, ci sono eccome. Vedere i compagni di classe, i tuoi professori, anche i tuoi amici e i tuoi parenti solamente attraverso uno schermo sicuramente non è il massimo. Ma anche questo è stato d’insegnamento: abbiamo capito l’importanza della scuola. Che ormai è evidente il fatto che le videolezioni non potranno mai sostituire le vere e proprie lezioni in presenza, quelle in cui ci si guarda negli occhi, non attraverso una telecamera, quelle in cui si osservano le reazioni dei prof, dei tuoi compagni, quelle in cui c’è pura interazione e partecipazione. Un ruolo fondamentale, oltre a quello affidato ai medici, in questo periodo è anche quello svolto da tutti gli insegnanti. Avendo una mamma che insegna, so perfettamente che non è per niente semplice organizzare una lezione in didattica a distanza, con modalità e strategie molto differenti rispetto a quelle utilizzate in presenza.

 

È sicuramente molto più faticoso e talvolta anche frustrante quando non si riescono a raggiungere i risultati sperati. Ma proprio voi insegnanti siete stati eccezionali, avete dimostrato una grande capacità di adattamento, di resilienza, siete riusciti ad impadronirvi di applicazioni e di tecnologie con le quali non avevate dimestichezza e non eravate avvezzi ad utilizzare. In questo momento buio, ci avete comunque tenuto compagnia tutte le mattine, siete riusciti a trasmetterci la vostra passione con entusiasmo, e siete riusciti a farci staccare un po’ da quella che era la terribile realtà che ci circondava e che ancora purtroppo ci circonda. Ebbene professoressa, credo proprio che siano questi i periodi, i momenti che ci aiutano a riflettere e a guardare le cose da un’altra prospettiva; ho capito che in fondo vivere non significa uscire tutte le sere, andare a ballare, organizzare feste o cose del genere; vivere significa stare con la tua famiglia; vivere significa che se un giorno tutto dovesse andare male, hai sempre qualcuno su cui contare; vivere vuol dire saper riconoscere chi davvero ti vuole bene e chi davvero tiene a te. E infine vivere, vuol dire saper trasformare anche i momenti più bui e tristi, in occasioni per imparare e per maturare, in momenti che non dimenticheremo mai non solo per le cose negative, ma soprattutto per le cose belle che sono accadute.