Nel corso della pandemia da Covid-19, abbiamo sperato costantemente nella scoperta di una cura, non solo per salvare milioni di persone ma anche per un riscatto sociale e intellettuale per tutti quei momenti in cui le informazioni del telegiornale ci lasciavano con il fiato sospeso. Eravamo  in attesa di una notizia confortante quando l’unico rumore che si percepiva era quello delle sirene delle ambulanze. Ogni sirena era, ed è, una pugnalata al cuore per tutti noi che, sentendole, ricordiamo le persone che, purtroppo, non ce l’hanno fatta. Dopo mesi d’attesa il 18 agosto del 2020 in Russia è stato registrato il vaccino contro il coronavirus. Circa sessant’anni prima il medico Albert Sabin rese possibile il sogno di molti bambini: il suo vaccino contro la poliomielite permise di non contrarre più questa malattia. Ad oggi possiamo immaginare cosa si provi ad avere una cura per sconfiggere uno dei mali più grandi di questo secolo. Così Albert Sabin fu un “Eroe” per quei bambini, proprio come il personale sanitario e i ricercatori lo sono oggi per noi.

Albert Sabin è chiamato anche l’uomo della zolletta di zucchero poiché il vaccino si metteva su una zolletta di zucchero. Nato il 26 agosto nel ghetto ebraico precisamente a Bialystock, studiò nell’università di New York nella facoltà di odontoiatria, poi affascinato dal mondo di microbiologia cambiò e si dedicò a tali studi.  Nel 1931 Sabin si laureò e grazie al suo professore William Park che lo indirizzò nel cercare il vaccino contro la polio, iniziò i suoi studi facendo una scoperta importante, cioè la polio non era un virus respiratorio ma viveva e si formava nell’intestino. Però dovette momentaneamente rinunciare ai suoi studi quando scoppiò della seconda guerra mondiale alla quale partecipò come medico ufficiale.   Alla fine della guerra riprese gli studi sulla polio, ma al suo posto lo scienziato Jonas Salk realizzò tre tipi diversi di vaccini e partì così la prima campagna di vaccinazione. Nonostante ciò i casi di poliomelite non diminuivano e poiché Sabin riteneva  che la scienza fosse l’unico bene per l’umanità continuò le sue ricerche. Sperimentò il suo vaccino su scimmie, scimpanzè, su se stesso, sulle sue figlie e i volontari, fino a trovare il vaccino giusto. Sabin aveva deciso di non brevettare il suo vaccino in modo che non ci fossero costi tanto alti e garantire così la somministrazione del vaccino a tutti i bambini. Sabin si sposò tre volte, la prima moglie si tolse la vita, da lei ebbe due figlie Deborah ed Amy.  Negli anni 80 ,in età avanzata, si sposò  per la terza volta ma furono pochi  gli anni vissuti accanto alla giovane moglie: Sabin  morì il 3 marzo del 1993.

Memorabile la sua soddisfazione per la sua scoperta è quanto diceva sempre in pubblico:

“…mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutto il mondo, non la trova una splendida vendetta? Vede io credo che l’uomo più potente sia quello che riesce a trasformare il nemico in un fratello…”

Ancora oggi, ci sono persone che rischiano di ammalarsi poiché vivono in paesi in via di sviluppo come l’Africa, o in paesi con uno scarso sistema sanitario. Proprio per questo è fondamentale riuscire a rendere i vaccini accessibili a tutti con costi bassi affinchè a tutte le popolazioni non solo a quelle dei paesi ricchi sia garantito il diritto alla salute e i vaccini rappresentano il modo, la cura più efficace per prevenire e contrastare quelle malattie virali più pericolose se non addirittura mortali. Sono tanti, troppi i bambini dei paesi così detti del terzo mondo che ogni giorno lottano contro questi tipi di malattie che il vaccino avrebbe potuto prevenire e i medicinali adatti curare, sono altrettanto tanti i bambini di questi paesi che non conosceranno mai i loro genitori perché prematuramente morti a causa di malattie che comunemente vengo curate nei paesi industrializzati e ricchi. Pertanto l’auspicio è che al più presto possa essere offerta a tutte  le popolazioni del mondo la possibilità di una tutela piena della salute e di una qualità della vita migliore e più lunga e se i vaccini sono la soluzione così come la scienza ci insegna allora è dovere dell’umanità provvedere e trovare le risorse affinchè tutti possano beneficiarne

Giuseppe Cecco, Emanuela Avagnano, Ambra Annaflavia Langella