“Il tuo primo graffito?” “Agoch: la mia firma su un treno a Quarto Officina”: ecco come è iniziata la carriera artistica di Ciro Cerullo, meglio conosciuto come Jorit Agoch, talentuoso street artist napoletano di soli trent’anni. Nelle sue opere Jorit, grazie alla notevole padronanza artistica, riesce a comunicare un messaggio sociale molto significativo e a emozionare profondamente gli osservatori. 

Nel primo periodo della sua attività artistica Jorit ha realizzato diversi graffiti su treni e muri illegalmente. Ha iniziato ad acquistare maggiore fama a partire dal 2005, quando dipinse una serie di graffiti nella periferia e nel centro storico di Napoli raffiguranti il calciatore argentino Maradona e il santo patrono di Napoli San Gennaro. Dal 2008 l’artista ha esposto le proprie opere nei musei di Napoli e di Roma e nelle gallerie di molte capitali mondiali. In seguito, si è dedicato principalmente alla realizzazione volti realistici. Il segno distintivo delle sue opere, col passare degli anni,  è diventato lasciare sui visi rappresentati due strisce rosse sulle guance che ricordano i segni  tribali africani legati all’entrata a far parte di un individuo nella tribù. L’artista, quindi, marchiando i volti delle persone dipinte, segna il loro ingresso simbolico nella cosiddetta Human Tribe (tribù umana), ricordando alle persone l’esistenza di un’unica razza, ovvero quella umana. D’altronde, altra peculiarità che contraddistingue Jorit dagli altri street artists è nascondere alcune frasi e parole nei propri murales, a volte suggeritegli dal suo seguito sui social.

Finalmente il celebre Jorit è arrivato anche a Torre Annunziata. Ha iniziato a dipingere il murale di José Pepe Mujica, politico ed ex-presidente dell’Uruguay, sulle mura del Liceo Pitagora-Croce all’inizio dell’estate. Il tema che viene affrontato in questo murale è il climate changing che minaccia il nostro pianeta e la nostra  sopravvivenza. Pepe  Mujica, infatti, in diverse interviste dichiara che la globalizzazione e il capitalismo abbiano influito ampiamente sulla degenerazione del cambiamento climatico, che ora mette in pericolo la vita sulla Terra.

Il murale di Jorit che più mi ha impressionato è quello dell’attivista per i diritti del popolo palestinese Ahed Tamimi, realizzato sulla barriera di separazione tra Betlemme e la Cisgiordania. L’attivista fu arrestata nel dicembre del 2017 e, in seguito alla sua scarcerazione, i due artisti le hanno dedicato un murale. In particolare, mi ha colpito molto la storia della Tamimi che, come la sua famiglia, è sempre stata impegnata nell’attivismo propalestinese. È considerata la Rosa Parks palestinese ed è diventata l’emblema della rivolta della Palestina nei confronti di Israele. 

Anna Sbrizzi 3a classico