Il 18 aprile 2023 i ragazzi di alcune classi (1A classico, 1B classico, 2B classico, 1B linguistico, 2B scientifico, 2A linguistico) del liceo Pitagora Croce, hanno incontrato l’ispettore di polizia Francesco  Paolo Oreste, criminologo e scrittore da tempo impegnato sul campo in importanti indagini sulla malavita locale ma anche molto attento alle tematiche sociali ed ambientali.

Autore di alcuni libri  gialli (L’ignoranza dei numeri, Il cortile delle statue silenti, “Mi sono visto di spalle che partivo…”), l’ispettore è impegnato da alcune settimane in un tour nelle scuole del territorio per discutere con i ragazzi su temi che impattano  principalmente sulla vita degli adolescenti.

Fra le cose che più ci sono rimaste impresse ci sono le considerazioni dell’Ispettore ma anche il modo accorato con cui ci ha parlato.  Ha enfatizzato il concetto del Rispetto come antidoto fondamentale contro il bullismo: se impariamo a coltivarlo, a renderlo parte del nostro comportamento quotidiano, nei rapporti con i nostri coetanei ma anche verso gli adulti, a richiederlo anche agli altri nostri interlocutori, lo stare in classe diventa molto più semplice, agevole e piacevole.

Rispettare il prossimo significa minare alla base il bullismo, perché se si ha rispetto per gli altri, per chi è più debole o per chi semplicemente appare tale, la prepotenza viene sostituita dall’accoglienza, dalla considerazione, dalla collaborazione.

Il tema del bullismo è particolarmente attenzionato e tanti sono i fatti di cronaca che nel tempo hanno trovato spazio sulle pagine dei quotidiani nazionali e locali.

Tanto si sta facendo per mettere in condizione di reagire chi di tale fenomeno è vittima.

Alla domanda se dopo i molteplici interventi sul tema svolti nelle scuole si sia attenuato il fenomeno del bullismo, l’ispettore ha risposto che i casi stanno purtroppo aumentando e, in particolare, è il cyberbullismo che preoccupa  perché in intensificazione: per questo si avverte da parte delle scuole  la “necessità” di intervenire con incontri e discussioni sul tema perché l’aumento è stato esponenziale, soprattutto da quando sono arrivati lo smartphone, i “social”, Whatsapp, che hanno cambiato il nostro modo di relazionarci con gli altri e tutti abbiamo dovuto adattarci a questa novità. E’ forse paradossale ma il cellulare, strumento che consente a tutti di essere “connessi”, in continuo contatto, ci ha reso tutti più soli e non è un caso che l’utilizzo dei messaggi social (e il loro uso improprio) è notevolmente aumentato con il COVID che ci ha costretti tutti a casa, in isolamento forzato, facendoci dimenticare cose che prima davamo per scontate come stringerci la mano, guardarci negli occhi, scambiarci un abbraccio. E qui l’ispettore si è soffermato sulla parola “schermo”: il continuo “schermarci” , nasconderci, ci ha portato a non renderci conto di ciò che prova una persona, ma se ci nascondiamo dietro un display, ci estraniamo dalle emozioni di chi ci circonda, non le percepiamo (oalmeno non con la necessaria intensità)  e non ci rendiamo conto che una frase o anche solo una parola scritta con leggerezza, magari può ferire. Il “virtuale”,  non consentendo al lettore di comprendere il tono di una conversazione (scherzoso, serio, preoccupato…), rende possibile l’incomprensione, il fraintendimento e una frase può così, con facilità, divenire offensiva. E’ molto importante sforzarsi di capire che  i problemi degli altri riguardano anche noi, non rassegnarci all’isolamento “social” e ricordare che possiamo rendere il mondo un posto migliore non limitandoci a “farci gli affari nostri”. “Dobbiamo aiutare, soccorrere e rispettare il prossimo”.

L’ispettore ha concluso il suo intervento dicendo che tutti noi abbiamo il “talento del tempo” e  non dobbiamo sprecarlo ma utilizzarlo al meglio.

Siamo usciti arricchiti da questo incontro poiché ci ha portato ad analizzare il bullismo sotto punti di vista che non avevamo ancora approfondito e speriamo  di fare tesoro delle parole dell’ispettore per rendere il mondo, o anche solo il nostro Paese, la nostra classe, un luogo dove la convivenza è più facile poiché basata sul rispetto.