Il film “Io capitano”, diretto da Matteo Garrone,  entrato nelle nomination per gli Oscar 2024 come miglior film internazionale, racconta la storia di due giovani, Seydou e Moussa, che partono da Dakar, n Senegal, per affrontare un lungo viaggio per raggiungere l’Europa. I due si trovano ad affrontare un’odissea contemporanea: attraversano il deserto e i suoi mille inganni, i pericoli del mare aperto e conoscono  l’ipocrisia e la cattiveria dell’essere umano. Questo film scuote le coscienze nel profondo; è un potente racconto a metà tra sogni e realtà, in grado di trasmettere un messaggio di resistenza e solidarietà. Per i motivi che abbiamo esposto è stato definito “Odissea contemporanea” e ha
vinto il premio il Leone d’argento alla Mostra del cinema di Venezia lo scorso settembre. In sintesi, Seydou e Moussa, lasciano il Senegal per rincorrere il sogno di una vita migliore e onesta, attraversando l’intero continente africano e il mar Mediterraneo. Dopo varie disavventure, giorni molto difficili di duro lavoro e sfruttamento, finalmente sono sul barcone arrugginito che li porterà sulla terraferma. Seydou,  a corto di soldi, per potersi imbarcare viene costretto dal trafficante libico a guidare l’imbarcazione e, anche se del tutto inesperto, porterà tutte le 250 vite a lui affidate in salvo a Lampedusa, facendosi appunto ‘capitano’ della sgangherata imbarcazione.
Il grande regista Garrone, per realizzare i suoi capolavori, si basa spesso sulla realtà. Anche nel caso di questo film si è ispirato a storie reali,raccolte da un suo amico in un centro d’accoglienza a Catania.
Abbiamo sempre sentito parlare di immigrazione africana verso l’Europa, abbiamo sempre avuto un nostro punto di vista ma…finalmente il regista mette a nudo la cruda realtà e ci fa guardare il mondo con gli occhi  dei migranti. Questi ultimi non sanno se il destino, alla fine, li condurrà alla morte o se riusciranno a realizzare il loro sogno di una vita più sicura e dignitosa. E non possiamo dimenticare che tutto questo è reale e che molti migranti non arrivano in Italia o ci arrivano morti.
Chissà se un giorno ci sarà giustizia per tutti i migranti morti nel tentativo di raggiungere i nostri paesi; perchè queste morti pesano sulle spalle dei governi occidentali che, invece di accogliere, alzano muri e respingono ancora.

Benedetta Falanga 3Bs