“Sogneremo con coraggio e nulla ci ostacolerà perché siamo americani, il futuro è nostro e la nostra età dell’oro è appena iniziata. Che Dio benedica l’America! ”, dal discorso di insediamento di Trump
Lo scorso 20 gennaio 2024 gli americani hanno eletto, con un secondo mandato, il loro 47° presidente, Donald Trump, imprenditore americano e uno dei 500 uomini più ricchi al mondo. Quando, quasi dieci anni fa, Trump annunciò la sua prima candidatura, i suoi sfidanti, così come la gran parte dell’opinione pubblica, lo accolse considerandolo come una specie di “clown” in cerca di pubblicità. Proprietario di numerosi alberghi di lusso, era, infatti, all’epoca, il protagonista di un fortunato reality show. Fu considerato, quindi, una figura che, non avendo nulla a che fare col mondo politico, come una meteora sarebbe svanito velocemente. I fatti hanno dimostrato l’esatto contrario: Donald Trump venne eletto presidente degli Stati Uniti d’America nel 2016 e, nonostante abbia dovuto affrontare negli anni successivi a questa sua vittoria una serie di scandali e battaglie legali che avrebbero stroncato la carriera di chiunque (si ricordi, una fra tutte, l’incriminazione per l’assalto a Capitol Hill -Washington), il leader repubblicano è riuscito a riconquistare la Casa Bianca per la seconda volta, grazie ad un sostegno popolare che, anziché diminuire, è paradossalmente aumentato. Come può un “clown presuntuoso” fare tanti proseliti e soprattutto perché il popolo americano lo sostiene nonostante il pesante fardello di scandali che ha macchiato la sua reputazione?
Anche se ritratto in maniera molto spesso folkloristica, Donald Trump è, al contrario, un uomo molto scaltro, arguto e intelligente, capace non solo di trasformare il modo di fare politica, ma che ha saputo usare anche a suo vantaggio la crescente sfiducia del popolo americano nei confronti delle istituzioni e delle figure politiche tradizionali.
In primo luogo ha sfruttato al massimo e in maniera strategica i social media, utilizzandoli per coinvolgere quotidianamente le masse. Anche dopo la sconfitta del 2020, infatti, è rimasto in contatto con i suoi elettori, riuscendo così a scavalcare l’opinione della stampa americana, che buttava fango sulla sua reputazione.
Ha utilizzato, poi, a suo favore, il malcontento popolare, quello che bruciava sotto la cenere; quello di cui il Partito Radicale di Biden non si accorgeva perché troppo impegnato a sostenere una politica fortemente pro- globalizzazione e pro- delocalizzazione dei posti di lavoro, causa, secondo l’opinione pubblica, dell’impoverimento e del declino del paese. Trump si è schierato dalla parte di tutte quelle persone che, anche se provenienti da diverse situazioni sociali, si sentivano ignorate; ha dato loro voce e un nemico comune da combattere: i migranti, la Cina, le imposizioni globali e così via. Con il suo linguaggio crudo e diretto, ha fomentato e attirato tutti coloro che si sentivano traditi da una politica inconcludente, rendendoli suoi fedeli sostenitori. Ha poi messo in prima linea gli interessi statunitensi a discapito di quelli globali, mettendo in discussione anche l’autorità di organizzazioni internazionali come la Nato e l’Oms.
Ma gli elettori che hanno sostenuto con assoluta convinzione Trump sono davvero d’accordo con i provvedimenti che quest’ultimo sta attuando da poco meno di un mese dalla sua entrata nella Casa Bianca? Era questo che volevano? Perché una cosa è certa: Trump non ha perso tempo.
Infatti, subito dopo il suo giuramento alla Casa bianca ha firmato una serie di provvedimenti, concretizzando le sue promesse elettorali. Il primo deciso schieramento è stato quello nei confronti del nemico principale: il Messico. Ha proclamato l’emergenza al confine con quest’ultimo, potenziando i controlli; ha soppresso un’agenzia che aiutava gli immigrati clandestini a ritrovarsi; ha abolito lo “ius soli” per tutti quei bambini nati sul territorio americano da immigrati irregolari o con permesso temporaneo; ha mostrato il pugno di ferro contro i Narcos messicani, preparando il terreno a possibili azioni militari oltre confine e, per assurdo, ha deciso che con lui il “Golfo del Messico” si chiamerà “Golfo d’America”.
Ha poi ribadito che durante il suo mandato esisteranno solo due sessi, uomo e donna, abolendo tutte le leggi in contrasto con questa decisione e prendendo provvedimenti in materia gender e minoranze; ha ripristinato la pena di morte per i crimini federali; ha concesso la grazia agli assalitori di Capitol Hill e, schierandosi con i negazionisti climatici, ha permesso e aumentato l’estrazione di idrocarburi, abolendo le norme che permettevano la diffusione di auto elettriche.
Dulcis in fundo, per non farsi mancare nulla, con una serie di proclami ha dichiarando che l’America intende uscire dall’Accordo sul clima di Parigi, dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) così come intende rivedere la politica dei dazi sull’Import.
Questa è solo una parte dei provvedimenti che intende portare avanti, e quindi cosa ancora dobbiamo aspettarci ancora da quest’uomo che, pur esprimendosi in maniera folkloristica, prende decisioni che avranno ripercussioni sul mondo intero?
Una cosa è certa, questa è “l’Era di Trump”, cominciata in sordina otto anni fa e destinata a cambiare il mondo.
Paola Lanzetta V Am