La Campania e altre regioni stanno per diventare zone arancioni, i contagi stanno diminuendo e tutto sembra avviarsi verso l’agognata normalità, tanto da consentire al premier Draghi di riaprire le scuole superiori al più presto, forse anche prima del 26 aprile.
Avendo vissuto sulla mia pelle la pesante esperienza della DAD dovrei fare salti di gioia e gridare fuori al balcone: “Ce l’abbiamo fatta!”. Ma non lo farò, come penso non lo faranno molti altri studenti. Insomma, siamo onesti, come si può anche solo pensare di far ripartire la grande macchina scolastica in zona arancione? E’ vero, i contagi sono diminuiti, ma il rischio resta altissimo.

Con quale motivazione voi politici vi assumete la responsabilità di mandare noi studenti non vaccinati in luoghi di potenziale contagio? Qual è il motivo di tanta fretta? Se proprio volete radicarvi sulla questione scuole, perché non vi preoccupate di organizzare in maniera efficiente la ripartenza? C’è in gioco la salute e la vita delle persone, ve ne rendete conto? E noi dopo un anno di stress, quarantena e soprattutto di sacrifici… dovremmo mandare tutto in fumo per un azzardo politico? La riapertura degli istituti sembra sia diventata una questione di principio: al centro di tutto non dovrebbe esserci la scuola, che è andata avanti con i professori che hanno continuato la loro attività, ma piuttosto le vittime della crisi economica. Dovreste pensare a potenziare il trasporto pubblico e soprattutto all’estate, dal momento che una buona organizzazione potrebbe gettare le basi per un nuovo inizio. Ci sono persone che hanno dovuto chiudere le loro attività, altre ancora che si sono viste costrette a chiedere i buoni spesa al comune per mettere un piatto a tavola durante le feste. Parlate di ritorno alla normalità, quando dovreste rendervi conto che i danni del Covid-19 non termineranno neppure quando i contagi saranno pari a zero. Avrete senza dubbio rivolto un pensiero a tutte quelle persone che non hanno più nemmeno gli occhi per piangere; ma purtroppo il pensiero non basta, occorrono i fatti. Ma sì, riaprite le scuole, così forse i casi di contagio aumenteranno di nuovo e saremo per l’ennesima volta in quarantena. Non resta che fare i compimenti al presidente Draghi per aver raggiunto l’obbiettivo che si era prefissato da tempo.

Mi creda, caro Presidente, potrà essere riuscito a riaprire i cancelli degli istituti, ma le porte del cuore degli studenti e degli imprenditori in fallimento, dinanzi alla sua autorità, restano sbarrate.

Chiara Cinquegrana III AC