Liberté, égalité, fraternité: il motto che ci unisce

13 Novembre 2015… Parigi spenta con gli ultimi sorrisi sinceri di persone innocenti; la Francia resta buia, ma il resto del mondo si illumina per lei, si illumina nel ricordo di una notte bagnata dal sangue. Parigi colpita in sette luoghi di importanza culturale da fanatici musulmani, con l’intenzione di uccidere in nome di Allah. Circa mezzo migliaio tra morti e feriti, di cui 99 gravi. Le vite di questi poveri cittadini sono state troncate dalla mano fredda degli attentatori, probabilmente in collaborazione con l’ISIS (lo stato islamico dell’Iraq e Al-Sham). Questi uomini pronti come non mai, e determinati a morire per le proprie convinzioni, non hanno esitato a togliere e a togliersi la vita. I terroristi erano accomunati da un unico obiettivo: uccidere il più possibile, forse in risposta ai bombardamenti francesi sulla Siria, risalenti a pochi giorni prima. La Francia, però, non è stata l’unica ad essere colpita: tutto il mondo si accosta al dolore delle perdite subite. Ne è scaturito un punto di critica comune da noi paesi occidentali, infatti, ha mosso lo sdegno e ha alzato un polverone che difficilmente si placherà. Nei momenti difficili come questo, non bisogna, però, dimenticare le parole di chi ci ha preceduto:”Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli” (M. Luther King).

Sarà una nuova guerra?

Tutto nasce da un’errata interpretazione del pensiero  di Maometto ed ecco che prende vita il fanatismo religioso, come è successo la sera del 13 novembre, a Parigi. L’I.S.I.S. non mira a distruggere una nazione, ma ad impiantare il seme del terrore nella mente delle persone e costringerle a rimanere in casa barricate per non accedere più a quei luoghi che fino a poco fa erano di svago e di divertimento.

Ma perché  un piccolo Stato islamico si deve schierare contro tre grandi superpotenze mondiali  quali la Russia, l’ Europa e l’ America? Per rappresaglia, per paura del diverso e di un’altra cultura religiosa differente dalla propria? Ci troviamo di fronte ad una regressione sociologica e psicologica spaventosa! È inimmaginabile che nel XXI secolo un uomo mentalmente sano possa compiere queste azioni vergognose in nome di  Allah!  Nella seconda  Guerra Mondiale ci sono stati milioni e milioni di vittime a causa delle armi avanzate, quindi, sarebbero inverosimili le conseguenze di un altro conflitto. images (1)Restiamo, pertanto, agghiacciati di fronte al massacro parigino che non ha colpito solo la Francia, ma il mondo intero.

 ” Il terrorismo non ha religione…”

La sera del 13 novembre 2015, a Parigi, più di 120 persone sono state vittime di una carneficina. Gli attentatori hanno fatto irruzione nel Bataclan dove si esibiva un gruppo heavy-metal, nello stadio e in un ristorante, armati di mitragliette. Essi fanno parte dell’ISIS: un’ organizzazione terroristica che uccide in nome di Allah. Trecentocinquantadue sono stati i feriti, di cui novantanove gravemente. Gli attentatori, appunto, hanno ucciso in nome di Allah ma Allah non ha mai ammazzato. Più di trecento persone uccise e ferite che un minuto prima sorridevano alla vita e dopo poco sono state barbaramente private del dono più grande che ognuno di noi ha. “Se uccidi un uomo, uccidi tutta l’Umanità” così si legge nel Corano, il testo sacro della religione che credono di professare. E come diceva Martin Luther King: “Il guerriero non è chi combatte, perchè nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero è colui che sacrifica se stesso per il bene degli altri! “

Gli alunni della II C scientifico

Oltre 120 morti e 300 feriti. Stato di emergenza a Parigi

A meno di un anno dall’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, Parigi ripiomba nel terrore. Una città in ginocchio, un boato in lontananza, lo sguardo attonito di un telespettatore, il pianto di una madre e un padre; Parigi, città idilliaca si trasforma in un campo di morte. Venerdì 13 novembre 2015, la scia di morti iniziata alle 21.20 si è protratta fino alle 21.43. I terroristi hanno rivolto l’attenzione in special modo ai luoghi ad alta concentrazione di civili; lo Stadio de France, dove le persone assistevano all’amichevole Francia-Germania, una serie di ristoranti e il Teatro Bataclan dove si è riscontrato il maggior numero di vittime. Dopo una serie di sparatorie alle 00.20, le forze della polizia si sono mobilitate per contenere la catastrofe. Il terrorismo non ha religione! Nessun Dio vorrebbe mai spargimento di sangue. Eppure i terroristi continuano a giustificare le proprie azioni come atti di fede; e così, in nome di Allah, sono morte e stanno morendo centinaia di persone, per di più innocenti. I fondamentalisti islamici hanno un solo scopo: sottomettere tutta l’umanità ai propri ideali. Questa situazione sta generando un forte sentimento di intolleranza verso l’intera comunità islamica, colpendo anche i veri musulmani che, a differenza degli estremisti, professano la pace. Tuttavia, per quanto questi attacchi siano eventi sconcertanti, c’è bisogno che la paura ceda il passo all’azione, c’è bisogno di più solidarietà verso coloro che sono stati colpiti e bisogna anche aumentare la sicurezza ovunque nel mondo. Queste organizzazioni, attraverso i loro attentati e il terrore che ne deriva, non fanno altro che far sprofondare l’intera umanità in un circolo vizioso di conflitti che non sembrano avere più fine e in uno stato di inciviltà dove ogni “homo homini lupus!”.

Gli alunni della IV A classico