L’Olocausto è sicuramente una delle più grandi, se non la più grande, tragedie della storia dell’umanità. La memoria di questo immane evento è ben vivo e presente nella mente di tutti gli uomini … anche di quelli del passato. Con queste particolari interviste ad importanti personaggi storici, nelle quali verrà posta un’unica ma significativa domanda, “Cosa pensa della Shoah?”, si cercherà di mostrare come la questione riguardi gli uShoahomini di ogni epoca.

Nabucodonosor: Sono passato alla storia per aver distrutto Gerusalemme e aver attuato la prima deportazione del popolo ebraico. Se qualcuno riterrà anche me colpevole di questo avvenimento, non potrò biasimarlo. Forse è vero che sono io all’origine di questo male. Eppure non avrei mai creduto che ci sarebbe stato qualcuno dopo di me che sarebbe stato capace di fare più male agli ebrei.

Buddha: E’ certamente cosa buona mantenere viva la memoria di questo avvenimento terribile. Però ritengo che sia più importante impedire ad un animale di soffrire o di morire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell’universo. Ognuno dovrebbe impegnarsi per cercare di eliminare ogni male. Solo con la mancanza del male si può vincere il male. Solo quando non sarà più celebrata questa giornata si potrà veramente dire che il male è stato estirpato dal mondo.

Eraclito: Ho sempre creduto che la distruzione e il conflitto fossero all’origine della vita. Sapendo di questo evento distruttivo di tale portata, le mie convinzioni più radicate hanno cominciato a vacillare. Ma poi ho visto che da questo avvenimento è nato qualcosa di positivo. Non ricordo, nella storia dell’umanità,  un periodo in cui ci sia stata più pace- o sarebbe meglio dire meno guerra-, prosperità e sviluppo di questo.

Socrate: Ho sempre sostenuto che chi fa il male lo fa per ignoranza del bene. Eppure non avrei mai creduto che ci sarebbero state così tante persone tanto ignoranti nello stesso momento. L’ignorante del bene non è solo colui che fa il male, ma anche chi spinge a farlo e chi non impedisce che questo avvenga, ammonendo chi sta per compiere il male. Sapere cosa è il bene non è solo fare il bene, ma anche sapere quando farlo.

Alessandro Magno: Chi è costui che ritiene di poter essere nominato sovrano? Costui ha davvero creduto di poter fondare il suo regno su quella che lui stesso ha definito “perfezione della razza ariana”? Se solo fosse stato benché minimamente consapevole della grandezza del mio nome, avrebbe saputo come si fonda un regno.  Nella mia vita posi come base per il mio impero il sogno di creare uno stato cosmopolita e fortemente multietnico, nel quale tutti i popoli convivessero pacificamente. Tuttavia sono soddisfatto che questo spregevole individuo sia stato sconfitto da una nazione che ha in parte seguito il mio sogno (USA).

Annibale: Nella mia vita ho agito sempre in nome di un solo ideale: l’odio eterno verso Roma. Tutte le azioni che ho compiuto, ritenute dai più folli (come l’attraversamento delle Alpi o la battaglia di Canne, nella quale affrontai i romani con un esercito nettamente inferiore in numero), le ho fatte perché animato da questo sentimento. Non posso perciò biasimare coloro che provano odio. Ma io so perché gli dei mi diedero la possibilità di compiere le mie imprese: non mancai mai di rispetto ai nemici, e mai lasciai sul campo di battaglia il cadavere di uno di questi, rendendolo pasto per cani e uccelli, ma diedi sempre degna sepoltura ai caduti, cremando i loro corpi. Su ciò, invece, posso aspramente condannare chiunque non rispetti la dignità umana e, anzi, si diverta a far strage di innocenti.

Tito: Non riesco ad immaginare quale sia stata l’entità di questo male, che è stato capace di reprimere un popolo guerriero, così pieno di orgoglio e di furore, come quello ebreo, che io, Cesare Augusto, con fatica e solo dopo sanguinose battaglie riuscii a sconfiggere.

Carlo Magno: Il solo pensiero che quest’uomo si sia ritenuto mio erede, dando alla sua nazione il titolo di Terzo Reich, mi fa rabbrividire. Nella mia vita ho spesso massacrato infedeli, e me ne pento; ma lo feci in nome di Dio e di una Chiesa falsa e bugiarda. Io mi chiedo, allora, in nome di quale dio questo individuo ha fatto ciò che ha fatto? Quale divinità potrebbe mai giustificare azioni tanto scellerate?

Dante Alighieri: All’udire di codesti avvenimenti, per un attimo ho pensato che Lucifero fosse risalito dal suo baratro per portare l’inferno sulla terra. Eppure io, nonostante abbia visitato gli inferi, non ho mai avuto modo di assistere a tali atrocità. E sono assalito dal dubbio di non aver notato la quarta bocca di Lucifero, ancora chiusa e in attesa di ricevere in pasto l’artefice principale di questo immane scempio. Sono sicuro che, se mi fosse data la possibilità di visitare nuovamente l’inferno, scoprirei nuovi gironi e nuove pene.

Alessandro Manzoni: Nel mio romanzo (I promessi sposi) ho descritto i più terribili flagelli provocati dalla natura (carestia e peste) e dall’uomo (guerre e tumulti), eppure questo di cui ho sentito parlare li supera di gran lunga. Nella mia opera ho anche criticato la “storia ufficiale”, che non tiene mai conto della realtà delle classi più umili. E sono commosso dal fatto che, per la prima volta, le storie delle persone riescano ad imporsi sulla storia ufficiale e ad avere il sopravvento, lasciando le loro tracce nella memoria della gente. A volte la Provvidenza trova modi che sembrano assurdi per fare giustizia.