“7 Luglio 2017”  è una data che la città di Torre Annunziata non dimenticherà mai, una ferita che lascerà per sempre il suo segno. Questo è stato il giorno in cui, alle prime luci dell’alba, la palazzina di quattro piani in Via Rampa Nunziante è crollata strappando alla vita : la sarta Pina Aprea, i coniugi Pasquale e Anna Guida e i loro figli Francesca e Salvatore Guida e la famiglia Cuccurullo: i coniugi Giacomo, tecnico del comune di Torre Annunziata addetto  proprio alla valutazione delle pratiche sugli edifici pericolanti, ed Eddy e il figlio venticinquenne, Marco.

A distanza di cinque mesi, 7 dicembre 2017, è stato organizzato un corteo “silenzioso” voluto dagli ultras del Savoia sostenuti dal sindaco Vincenzo Ascione e dalle istituzioni torresi, da don Ciro Cozzolino, parroco della chiesa Santissima Trinità di via Gino Alfani, dai parenti delle otto vittime e da tutti gli istituti superiori oplontini, tra cui il Liceo Pitagora-B. Croce. La marcia ha avuto inizio presso lo stadio Giraud proseguendo poi per corso Umberto, piazza Ferrovia e litorale marino fino al luogo del disastro: la rampa Nunziante.

E’ stata una marcia del SILENZIO, senza slogan. Il SILENZIO non di chi non sa cosa dire, ma di chi attende una risposta. Il SILENZIO non della rassegnazione, ma dell’azione. Un SILENZIO che doveva “gridare”,”squarciare” il muro dell’ingiustizia, dell’indifferenza e dell’individualismo. Ma soprattutto, è stato un SILENZIO carico di speranza per una cittadina cambiata e segnata da quel 7 luglio scorso, che però, si propone giorno dopo giorno di raggiungere nuovi orizzonti e di costruire un futuro diverso, migliore. Solo le parole di don Ciro hanno rotto il silenzio:

” Simbolo di questa marcia è una corda con tre nodi che indicano l’ingiustizia, l’individualismo e l’indifferenza. La città di Torre Annunziata dovrà affrontare degli ostacoli e il primo di questi è proprio l’indifferenza. Chi è indifferente è omertoso e chi è omertoso insabbia e butta nel dimenticatoio. Noi non siamo e non vogliamo essere così! Molti dicono che lo Stato è assente, ma non lo è. Lo Stato c’è perché tutte le istituzioni e tutti i cittadini sono lo Stato. Noi siamo qui e non molleremo! Noi vogliamo gridare per avere la giustizia, vogliamo camminare insieme e ricostruire. Insieme per non dimenticare e non mollare!”.

Sono state queste queste le parole che hanno accompagnato il corteo sul luogo del disastro dove i circa mille partecipanti hanno ricordato e celebrato la vita delle vittime con preghiere e applausi facendo volare su, in alto nel cielo, otto palloncini bianchi su  ciascuno dei quali vi era il nome di una delle vittime e la parola “GIUSTIZIA”. Perché è la giustizia ciò che pretende e attende il popolo oplontino che sarà per sempre, senza mai mollare, la voce degli otto Angeli.