Benito Capossela, preside prematuramente scomparso del liceo Pitagora-B. Croce di Torre Annunziata, era fermamente convinto che la scuola dovesse essere aperta al territorio, coinvolgendo gli studenti e curando la loro crescita non solo a livello didattico, per fare di loro delle persone attente alle sfide del nostro tempo. La sua scuola, diretta oggi dalla prof.ssa Savarese, lo ha ricordato ancora una volta attraverso l’organizzazione di un torneo sportivo che ha preso proprio il suo nome: il Trofeo Capossela. Questo evento, che avrà cadenza annuale ed è cominciato lo scorso dicembre, terminerà nell’aprile di quest’anno e coinvolgerà i ragazzi del liceo e non solo. I liceali, infatti, sono coinvolti nel progetto come tutor dei più giovani: recandosi nelle scuole medie ed elementari una volta a settimana per alcuni mesi, gli studenti “di Capossela”, quelli del Liceo sportivo, hanno il compito di preparare i concorrenti delle varie scuole alla partecipazione al torneo. I ragazzini delle medie, che sono stati impegnati in questo progetto durante i mesi scorsi, si sono cimentati in un torneo di pallavolo a più fasi: prima, infatti, si sono svolte delle selezioni presso le singole scuole e poi il 28 febbraio scorso si è disputata la finale nella tendostruttura del liceo Pitagora-Croce. È stata una vera festa dello sport che, ne siamo certi, molto sarebbe piaciuta al preside Capossela. In campo le squadre delle quattro scuole secondarie di primo grado del territorio (Pascoli, Alfieri, Parini-Rovigliano, Leopardi) e, dopo varie partite, la vittoria è stata ottenuta dall’Istituto Leopardi. I bambini delle scuole elementari, in particolare quelli delle classi quarte, saranno invece impegnati in un percorso misto e in un torneo di mini-volley nella primavera di quest’anno. Il torneo è stato un successo: i dirigenti scolastici delle scuole primarie avrebbero voluto addirittura coinvolgere nelle attività sportive gli alunni di tutte le classi, non solo le quarte. Come riferisce il professore Luigi Chierchia, docente di Educazione fisica del Liceo e tra gli organizzatori dell’evento, «i presidi affermano che alcuni ragazzini, a causa del lockdown, non riescono quasi neanche più a fare le scale della scuola». L’età in cui si corre, si salta, si cerca il gioco con i coetanei è diventata, purtroppo, l’età degli smartphone e dei videogiochi. In questo mondo ormai fatto tutto di “aria di casa”, lo sport è una necessità vitale. Esso diventa non un semplice passatempo, ma un modo per recuperare le relazioni e adottare uno stile di vita sano, un’occasione preziosa di incontro e confronto diretto con l’altro, che va rispettato anche quando indossa la maglia dell’avversario.