L’imprenditore statunitense Elon Musk di origini sudafricane ha sempre fatto discutere di sé; ma se fino a pochi anni fa la sua immagine aveva risonanza tra il grande pubblico soprattutto per le sue apparizioni, ormai cult, in alcuni celebri programmi televisivi a stelle e strisce in cui faceva la parte di imprenditore bizzarro e visionario, oggi non si limita più a questo. Oltre ai suoi progetti ambientalisti e faraonici circa la mobilità, l’intelligenza artificiale applicata ad ogni campo e, per non farsi mancare nulla, l’intenzione di colonizzare nuovi pianeti per “salvare l’umanità”, è stato il suo ingresso nel dibattito politico a renderlo così controverso e divisivo. Quindi chi è davvero quest’uomo? È difficile dirlo. È sicuramente la persona più ricca del mondo, con un patrimonio (le stime sono di “Forbes”) di oltre 300 miliardi di dollari (più del PIL del Portogallo, per intenderci), amministratore delegato di Tesla, proprietario di X (l’ex Twitter), di SpaceX, di Starlink. Ma è anche un selvaggio capitalista, uno che critica qualsiasi intervento dello stato in affari economici, nonostante la sua ricchezza, è bene specificarlo, provenga in gran parte dai progetti sostenuti da denaro pubblico nel settore spaziale (egli è, insomma, l’appaltatore della NASA). Fu evidente, nel 2022, che il suo acquisto multimiliardario di Twitter, spacciato per garantire alla civiltà umana una piazza digitale comune dove poter scambiare pensieri senza mediazioni, era inserito in realtà nel segno di un preciso progetto politico, complesso ma di certo reazionario, in sempre più aperto contrasto con i democratici americani e fatto per dar sfogo alla voce di estremisti di ogni tipo, tanto che è recente l’inizio di un esodo dalla piattaforma da parte dei progressisti, utenti e anche giornali (come nel caso del celebre e antico quotidiano britannico di sinistra, (“The Guardian”).

Ma cosa ha a che vedere quest’uomo eccentrico con l’Italia? Fino a un anno fa la risposta sarebbe stata: nulla. Ma poi i suoi rapporti con il nostro esecutivo si sono improvvisamente coagulati.

Nel dicembre dello scorso anno il premier Meloni lo invita alla festa nazionale di Fratelli d’Italia. Partecipazione a sorpresa, dettata dal fatto che Musk è ormai visto, da una certa destra, come un idolo. Comunque, in quel periodo sembrerebbe essere iniziata la gestazione di un ambizioso progetto: affidare a Starlink, la flotta di satelliti a bassa quota di SpaceX, le comunicazioni di ambasciate italiane all’estero. La pratica, di certo molto sensibile, è stata tenuta nascosta per mesi, fino a quando il tutto non è divenuto di dominio pubblico perché la vicenda è finita nell’inchiesta sulla corruzione in Sogei, la società di consulenza informatica per la pubblica amministrazione. Ma non ci dilungheremo sull’argomento specifico, anche perché fioccano in questi mesi le relazioni tra l’esecutivo e le imprese del miliardario, in particolare riguardanti i suoi satelliti che, secondo fonti dell’“Espresso”, sarebbero già utilizzati in alcuni casi dall’esercito e che potrebbero essere impiegati per una connessione alternativa alla rete terrestre della fibra.

Insomma, è piuttosto evidente la portata degli stretti rapporti che incorrono tra il governo e Musk promossi in particolar modo dalla stessa presidente del consiglio, che in settembre ha anche ricevuto dalle mani del multimiliardario il prestigioso “Global Citizen Award”. È proprio in quell’occasione che l’idillio con Elon ha raggiunto il suo apice, tanto da spingere i più maliziosi a ipotizzare  una relazione tra i due (smentita poi dallo stesso imprenditore).

Oltre a questioni di affari, quest’uomo è entrato prepotentemente nel dibattito pubblico nostrano soprattutto per i suoi commenti sempre più frequenti, che definire indelicati è un eufemismo, su fatti politici riguardanti l’Italia. È partito con delle critiche circa lo striminzito tasso di natalità dello stivale (tiene molto all’argomento, non a caso ha undici figli, per essere coerente), poi attaccando i giudici che devono pronunciarsi su Salvini per il caso Open Arms (“Quel pazzo pubblico ministero dovrebbe essere lui quello che va in prigione per sei anni”, ha dichiarato) e infine, caso più recente ed eclatante, si è scagliato contro i magistrati che si sono espressi negativamente sulla questione migranti- Albania. Le parole hanno riscosso grande attenzione, soprattutto perché Musk ha da alcuni giorni ricevuto da Trump, dopo un supporto alla campagna elettorale a suon di decine di milioni di dollari, un incarico ufficiale nella nuova amministrazione, ed è pertanto  ormai una figura politica di un paese alleato. Il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha, a questo punto, deciso di intervenire, rilasciando un comunicato nel quale ha ribadito che “l’Italia sa badare a sé stessa”. Musk ha risposto che non voleva ledere la sovranità italiana ma che ha soltanto esercitato il  diritto di esprimere il proprio pensiero (incurante, a quanto pare, dell’incarico politico ufficiale ricevuto). Oltre a questi fatti, ha scatenato sdegno tra i banchi dell’opposizione anche il non intervento della Meloni, che non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito e che, pertanto, non avrebbe difeso l’autonomia dello stato.  Il governo non ne è uscito  proprio bene, se consideriamo anche che c’è stato chi ha cercato di strumentalizzare ulteriormente il caso, come il solito Salvini: “Non c’è bisogno di Elon per verificare che da qualche decennio in Italia qualche giudice fa politica”. Si è detto che il presidente del consiglio ha preferito non commentare per mantenere buoni rapporti con Musk, considerato fondamentale per aprire a buone relazioni con Trump (considerando lo spettro di una possibile guerra commerciale contro l’Europa, che potrebbe essere inaugurata dal tycoon dopo il suo insediamento). Tuttavia di certo si è dovuta sacrificare l’immagine, che l’esecutivo ha voluto dipingere di sé, di un governo forte, che difende a denti stretti l’indipendenza e l’immagine dell’Italia nel mondo; in alcuni desta poi preoccupazione il rilievo così importante dato ad una figura instabile e imprevedibile come Elon Musk, addirittura affidando alle sue aziende il ruolo di gestire le comunicazioni sensibili del nostro paese. Non è che si starà prendendo un abbaglio?

Fonti principali:

Intesa Meloni-Musk: “Come nasce la passione Meloni- Musk”; L’Espresso, di Gloria Riva e Carlo Tecce, 25 ottobre 2o24

Simone Miccio 3a classico